sabato 25 settembre 2010
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La conferenza stampa dura solo tre minuti. Il tempo di confermare, dall’isola caraibica di Saint Lucia, che «la lettera è autentica». Parola di Rudolph Francis, ministro della Giustizia dello Stato delle Piccole Antille, diventato da qualche giorno teatro di guerra (mediatica) per la maggioranza di governo. Il documento con cui si attribuisce la proprietà della società off shore che ha comprato la casa di Montecarlo a Giancarlo Tulliani, fratello della compagna di Gianfranco Fini, è dunque vero, anche se il ministro dice di non sapere «come la lettera che ho scritto al primo ministro sia finita nelle mani dei giornalisti che l’hanno pubblicata». L’esponente del governo caraibico ha poi spiegato che l’indagine preliminare ha riguardato le due società coinvolte nell’affaire, la Timara e la Printemps, su cui «non possiamo fornire alcuna informazione: questi sono dati confidenziali». I risultati della verifica sono stati comunque inviati, come memoria confidenziale, al primo ministro dell’isola.La vicenda però presenta ancora molti punti oscuri, a partire dalla carta intestata della missiva, che risulta diversa da quella prodotta dalla stamperia di Stato di Saint Lucia: i caratteri infatti non sono gli stessi. Poi c’è la guerra a colpi di dossier, o di «patacche», così com’è stata ribattezzata. Dopo le accuse lanciate dal finiano Italo Bocchino ad "Annozero", è continuata per tutta la giornata di ieri la caccia alla "gola profonda" che avrebbe suggerito (o addirittura inventato) la pista caraibica per capire qualcosa di più sulla compravendita della casa di Montecarlo.L’ultima puntata, nella battaglia a colpi di veleni che vede su fronti contrapposti ormai da due mesi i berlusconiani del Pdl e i finiani di Futuro e libertà, riguarda il possibile coinvolgimento della Cia, spesso evocata in Italia (a volte a sproposito) come origine di ogni complotto. Solo il sito degli 007 americani riporta il nome di Francis tra i ministri di Saint Lucia, nome che curiosamente non figura nel sito ufficiale del governo locale. Perché? Dall’isola non è arrivata alcuna risposta. Ma è la data del 22 luglio (cui si riferisce il documento della Cia anticipato ieri dal sito thedailyweek.it) che fa ancora più discutere: perché gli Usa monitoravano con così tanta attenzione il paradiso caraibico, tanto da registrarne simultaneamente qualsiasi mutamento di governo, visto che la nomina di Francis è del 16 luglio scorso? Il caso è complicato anche dalla contemporanea presenza a Saint Lucia di altri agenti italiani, russi e libici. Per conto di chi agivano queste spie? La Cia dalla parte di Fini e gli altri 007 dalla parte di Berlusconi? Per ora l’unica conferma arriva proprio dal ministro della Giustizia locale. «L’attenzione dei giornalisti italiani e, pare, la presenza dei servizi segreti stava danneggiando la reputazione della piccola isola – ha detto lo stesso Francis – isola che vive della sua riservatezza sulle vicende fiscali dei clienti. Certo, forse la danneggia di più la pubblicazione di un documento che doveva restare all’interno degli uffici del governo».
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