giovedì 14 luglio 2016
Ambiente, verità, chiarezza. Lettera aperta del vescovo di Acerra
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Il vescovo di Acerra, Antonio Di Donna, è proccupato per le conseguenze dell'inquinamento ambientale che nella sua diocesi e nelle aree campane limitrofe ha prodotto tanti e gravi danni. A iniziare da quelli per la salute della popolazione. Il suo impegno su questo fronte è sempre stato quello del pastore, che si preoccupa delle persone a lui spiritualmente affidate. Non pretende di assumere vesti da tecnico o altro, ma chiede chiarezza e verità sul fenomeno dell'inquinamento e della lotta per contrastarlo. Monsignor Di Donna è stato invitato a partecipare a un convegno, a Roma, dedicato al rapporto tra ambiente e industria. Nell'occasione è stata prevista la presentazione di uno studio del Cnr sull'impatto ambientale del termovalorizzatore di Acerra. Il vescovo, impossibilitato ad essere presente, ha scritto una lettera aperta agli organizzatori e al ministro Galletti per porre sul tavolo alcuni punti fermi. In particolare chiede, appunto, chiarezza e verità. Inoltre si dice dispiaciuto del fatto che questo studio non sia stato presentato ai cittadini di Acerra. Come a volere evitare un confronto diretto con la gente, quella gente che tanto ha sofferto e soffre per l'inquinamento della sua terra. Ecco il testo: 

 

Lettera aperta agli organizzatori del Convegno"Ambiente e industria possono convivere? Sostenibilità ambientale degli impianti industriali e di trattamento rifiuti" Al Ministro all'Ambiente Gian Luca Galletti Alla Società A2A e p.c. Alla Regione Campania e al Sindaco di Acerra Ringrazio dell’invito che mi è stato rivolto a partecipare al Convegno durante il quale sarà presentato il Rapporto CNR Studio impatto ambientale del termovalorizzatore di Acerra. Comunicando la mia impossibilità ad essere presente, ritengo opportuno scrivere questa lettera soffermandomi non tanto su questioni inerenti lo studio preparato dal CNR, confessandomi incompetente ad entrare negli aspetti tecnici, quanto su alcuni punti riguardanti il “metodo”. Se il vescovo interviene su questo argomento lo fa esclusivamente in quanto Pastore di un popolo che continua a portare sulla propria carne le ferite prodotte dall’inquinamento ambientale. Abbiamo ancora nelle orecchie le parole di Angelo, il quale, nell’ultima Assemblea in Cattedrale lo scorso 16 giugno, ricordava la figlia Maria morta a 25 anni e ammalatasi 3 mesi prima del matrimonio: «Acerra ha pagato troppo e ancora non è finita purtroppo. Io spero che la mia bambina sia l’ultima vittima di questa terra umiliata, derubata e scippata della sua dignità». Permettetemi, allora, di esprimere alcune perplessità sul “metodo” con il quale si svolge oggi la presentazione del Rapporto del CNR sull’impatto ambientale del termovalorizzatore di Acerra. Continuare a parlare di sindrome di “Nimby” (“Non vicino a casa mia”), come appare sul testo dell’invito (“Nimby forum”), mi sembra una prospettiva superata. Qui, infatti, non si tratta di opposizione pregiudiziale e ideologica ma del bisogno di fare chiarezza o, quella operazione-verità necessaria a recuperare fiducia. La gente muore e non sa perché e continua a non essere partecipe. Ancora troppe zone d’ombra impediscono alle persone di ritrovare serenità, sia per quanto riguarda il termovalorizzatore che in merito alla gestione complessiva della questione ambientale. Qui ciò che è in gioco è il rapporto tra cittadini e Istituzioni. La gente ha bisogno di capire, come affermava il Direttore del quotidiano Avvenire Marco Tarquinio ad Acerra lo scorso 14 gennaio. Egli, pur ribadendo la sua non opposizione ai termovalorizzatori e confermando la serietà del gestore di quello di Acerra, legittimava il bisogno della nostra gente di avere chiarezza ancora su molte cose: «Certamente pretendo la chiarezza e penso che la gente abbia il diritto di sapere che cosa viene bruciato negli impianti vicini a casa propria…». Dispiace dirlo, ma lo studio del CNR, che oggi viene presentato, rimane ancora uno studio “di parte”: da chi è stato finanziato? Con quale partecipazione di esperti provenienti dalla cittadinanza di Acerra? Ancora una volta il modo di affrontare il problema non convince. E perché presentarlo a Roma, anche se in una sede istituzionale, e non ad Acerra, dove ha sede il termovalorizzatore? Ancora una volta si vuole evitare un confronto serio con la partecipazione della gente; ancora una volta si è persa l’occasione di un confronto con la città; ancora una volta si perde l’occasione per riconciliare la città con uno strumento che le è stato imposto a suo tempo; ancora una volta si rifiuta quel controllo sul termovalorizzatore, pur auspicato dallo stesso Ministro Galletti nell’intervista ad Avvenire del 22 Agosto 2014 ( «Sono pronto a dire sì a dei comitati di controllo sul funzionamento dei termovalorizzatori. Comitati con rappresentanti degli enti locali e della popolazione» ) e dallo stesso On. De Luca nell’intervento fatto ad Acerra il 26 settembre 2015, nel contesto della Celebrazione della Giornata Regionale per la Custodia del Creato. La verità viene fuori solo dal confronto e dal dialogo e non da iniziative condotte “a senso unico”. In questo siamo confortati da quanto Papa Francesco dice nell’Enciclica Laudato si’ sulla cura della “casa comune”: «Nel dibattito abbiano un posto privilegiato gli abitanti del luogo, i quali si interrogano su ciò che vogliono per sé e per i propri figli … La partecipazione richiede che tutti siano adeguatamente informati sui diversi aspetti e sui vari rischi e possibilità … C’è bisogno di sincerità e verità nelle discussioni scientifiche e politiche, senza limitarsi a considerare che cosa sia permesso o meno dalla legislazione» (183). Nell’auspicio che la vostra iniziativa possa, in qualche modo, contribuire a mantenere accesi i riflettori sulla questione ambientale, rinnovo la disponibilità mia e della Chiesa di Acerra ad offrire sostegno a quelle azioni che mirano a promuovere quella partecipazione di tutti, cittadini, Istituzioni, e imprese, di cui parla il Papa nel brano citato. Acerra, dalla sede episcopale, 12 luglio 2016 Mons. Antonio Di DonnaVescovo di Acerra

 

 

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