martedì 30 aprile 2013
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Vorrei portare un grido di speranza ai miei colleghi che, prima di me e purtroppo anche dopo di me, continueranno a perdere la materialità della propria. Sono un imprenditore che sta perdendo tutto quello che ha costruito in trentaquattro anni di lavoro. Ho un  azienda con trenta dipendenti e 4.000 metri quadrati di capannoni e una casa, ho brevettato sistemi innovativi legati al risparmio energetico e alla green economy (economia verde, ndr), poi il 2009, la crisi, che si fa sempre più insostenibile: imprese insolventi, clienti furbi e lo stato che non funziona, non tutela, non si sa adattare al momento, non sostiene, non interviene e consente che le piccole imprese muoiano.Domani chiederò una procedura di concordato, ma come la stragrande maggioranza dei miei colleghi abbiamo garantito le banche con tutto quello che abbiamo. Perderò la casa dove abita mia madre, anche se l’avvocato mi ha detto che in funzione del fatto che è usufruttuaria potrà stare in quella casa fino alla morte. Perderò anche la casa all’interno della quale vivo con mia moglie e i miei figli da 10 anni. Il più giovane mi ha detto: «Ma ci portano via anche Otzi (è il nostro cane)?». L’ho rassicurato: «Certo che no».Non voglio piangermi addosso e dico a tutti che perdo solo cose, le perdo tutte, ma mi resta l’amore per la mia famiglia e la vita che mi circonda, e domani chiedo il concordato, ma dopodomani sarà un altro giorno. Ricomincerò a lavorare per ricostruire e lotterò per riprendermi la mia dignità. Quando pensate di essere nessuno o semplicemente un ombra, fermatevi, guardatevi intorno, vedrete un mondo che non abbiamo avuto il tempo di conoscere. L’amore, l’amicizia ci devono convincere che valgono molto di più. La vita non si ferma, un sogno ci ha portato a volere di più, abbiamo solo sbagliato il valore. Viva la vita, non decidete di rinunciarci, comunque ci vada, continuiamo a volerla.
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