martedì 30 luglio 2013
​Il premier: «L’alveo della riforma è in Parlamento, farò di tutto perché modifichi il "porcellum"». La presidente Boldrini insiste: «Non si rivoti col vecchio sistema. Ne va della fiducia degli elettori».
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​La riforma della legge elettorale «è una priorità che ovviamente deve trovare in Parlamento il suo alveo naturale». Il presidente del Consiglio Enrico Letta, durante il suo viaggio ufficiale ad Atene, ha confermato la sua determinazione nel voler cancellare il deprecato "porcellum". «Mi auguro che si proceda – ha detto – e sarò il primo ad essere contento e faccio di tutto perché il Parlamento vari la riforma». Ma c’è chi parla di un piano segreto del governo, gli hanno chiesto i giornalisti, a proposito di un retroscena apparso su Repubblica, nel quale si parlava di un testo governativo di riforma minimale, ma capace di correggere le più vistose falle del "porcellum". «C’è qualcuno che è sempre avanti», ha smentito ma non troppo il premier. E sulla legge elettorale Letta ha trovato una sponda autorevole nel presidente della Camera Laura Boldrini che, alla cerimonia del Ventaglio, ha sostenuto: «Non sarebbe un bel segnale se si tornasse a votare con una legge elettorale che tutti hanno detto di voler cambiare. Occorre procedere, anche in tempi rapidi, alla modifica perché la fiducia dei cittadini si riconquista anche mantenendo una promessa per lungo tempo disattesa».Ad Atene, dove ha incontrato l’omologo primo ministro Antonis Samaras, Letta ha parlato molto di Unione Europea. Spiegando, innanzitutto, che «i sacrifici non sono fine a se stessi. I sacrifici non sono un obiettivo, ma lo strumento per mettere a posto i conti e arrivare alla terra promessa del lavoro e della stabilità». E ha aggiunto: «La presidenza della Ue dell’Italia l’anno prossimo lavorerà su una Europa più integrata e più attenta alla occupazione e con un mercato unico più largo con più competitività». Non sono mancate parole dure contro l’atteggiamento troppo rigido delle istituzioni europee nei confronti del risanamento dei bilanci: «Nel futuro dell’Ue serve una risposta più politica fatta di impegni e risultati: non solo tecnicismi e formule, perché dietro i numeri ci sono le persone e i drammi». Come, ha spiegato, per il caso Grecia, nel quale sono stati commessi «errori gravi sui modi e i tempi di gestire la crisi» che hanno «contribuito al suo avvitamento, costato disastri finanziari e e perdita di lavoro». Letta ha proseguito: «Sono qui per dire parole forti di incoraggiamento alla Grecia. Il fatto che la Grecia esca dalla crisi, come dicono i primi segnali, è una notizia importante per tutta l’Europa e per l’Italia e bisogna prendere i risultati e le scelte forti del governo greco come segnale positivo verso il futuro». Il presidente del Consiglio ha concluso: «È importante che tornino la fiducia e gli investimenti e che si evitino altre crisi. L’Italia sarà a fianco alla Grecia per evitare altre crisi e far sì che il rispetto degli impegni presi da Atene nei confronti delle istituzioni europee sia seguito da segnali positivi verso la Grecia».
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