lunedì 8 luglio 2013
​Il presidente della Repubblica bacchetta i partiti: «Bisogna uscire dalle diatribe domestiche» che «non interessano ai cittadini». Il premier: «L'evento di Milano sarà il cuore della ripresa italiana».
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Ripresa, coraggio e soprattutto fiducia. È il messaggio lanciato dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano intervenuto ieri alla Villa Reale di Monza per l'evento "Verso Expo 2015". "Bisogna uscire dall'autolesionismo", ha detto. Pochi minuti prima il premier Enrico Letta, dallo stesso palco, aveva annunciato: "L'Expo 2015 sarà il cuore della ripresa".Per centrare l'obiettivo - ha ricordato Napolitano - bisogna uscire dalle "diatribe domestiche", pensare alla grande, riprendere slancio e fiducia, perché la crisi è sì reale ma rischia di andare ben oltre i dati economici per sconfinare nella patologia psichiatrica. "Diatribe domestiche" che non interessano ai cittadini ma che, essendo reiterate e quotidiane, danneggiano non poco l'immagine dell'Italia."Siamo un Paese che ha fiducia in se stesso, che deve averne anche più di quanta ne dimostri, percorso com'è ancora da nervosismi destabilizzanti e da tendenze al pessimismo", ha rincarato il presidente con una chiara sferzata alle forze politiche. Ed ecco l'Expo di Milano: "una chance straordinaria" per l'Italia, spiegano all'unisono sia Napolitano che Letta, che con la decisione ormai irrevocabile di costruire in Italia il più grande appuntamento internazionale degli ultimi quattro anni vogliono lanciare un messaggio di fiducia sulle capacità dell'Italia di maneggiare un evento storico e, contemporaneamente, di allontanare l'immagine di un Paese stritolato dalle mafie e dalle mazzette, inceppato dalla burocrazia ed incapace di dare un'impronta di modernità.Per l'Expo serve "la più larga convergenza di sforzi, un'autentica feconda coesione sociale e istituzionale", spiega Napolitano facendo ben capire come sia lui che Letta pensino ben oltre il 2014. "L'Expo 2015 sarà il cuore della ripresa italiana", conferma Letta da Monza spiegando che l'esposizione universale è ormai non solo una scelta strategica ma anche simbolica.
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