martedì 19 novembre 2013
​Il premier manda un segnale all'incontro del Financial Times: «Quel che è avvenuto è un’applicazione pratica di quanto accaduto il due ottobre, col voto di fiducia, ora si possono fare le riforme». Giovedì riunione del Consiglio dei ministri, oltre al piano di dismissioni, che dovrebbe toccare anche le caserme e la nuova tassa sulla casa. Sulla quale la nuova formazione dovrà scegliere la strategia.
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L'esecutivo è più forte, ora. Enrico Letta, che aveva mantenuto un comprensibile distacco dallo scontro nel centrodestra, ora che i numeri anche al Senato mostrano la fotografia della nuova situazione conferma quanto disse il due ottobre. E cioè che l’interlocutore diventa la nuova «maggioranza politica», che - al Senato - esce persino rafforzata, alla luce dei numeri aumentati per i senatori alfaniani.

«Abbiamo iniziato il nostro lavoro con grandi turbolenze, ora spero di lavorare con una situazione più stabile e più chiara», è il segnale che il premier lancia al convegno "Financial Times Future of Italy Summit 2013". La spaccatura nel centrodestra «aumenterà la stabilità in Italia - si dice certo -. Ora la situazione è chiara e le persone possono assumersi la responsabilità». E, appunto, definisce quanto accaduto diretta conseguenza, anzi «un’applicazione pratica» la definisce - della decisione del 2 ottobre».

Un passaggio quindi persino auspicato. Cambia anche lo schema operativo della maggioranza. Oggi, sulla legge di stabilità, riunione decisiva in Senato, senza Forza Italia. Dove il governo dovrebbe portare le risorse per "coprire" le modifiche su sviluppo, cuneo fiscale e casa. Quelle modifiche chieste, però, da un Pdl che ora non è più parte in causa nella maggioranza, e quindi si tratterà anche di verificare se ad esempio sulla nuova tassa sulla casa la formazione alfaniana si allineerà alla linea oltranzista del "nessuna tassa sulla prima abitazione" o si apriranno spiragli almeno sugli immobili di pregio, come chiede il Pd. D’altronde Alfano la sua partita la sta giocando proprio in questi giorni nelle adesioni locali e anche in Parlamento e certo non sarà facile per lui dismettere le battaglie simbolo del partito di cui fino a ieri è stato il segretario, senza regalare in questo modo armi dialettiche ai competitors di Forza Italia. Sandro Bondi sarà il contro-relatore di FI e questo dà già l’idea di come la polemica fra fratelli-coltelli potrà esplodere. Anzi esplode già, perché Bondi invita il relatore alfaniano Antonio D’Alì a dimettersi.

Nello studio del presidente della commissione Bilancio, Antonio Azzollini, si vedranno i relatori, con D’Ali, Giorgio Santini, Luigi Marino per Scelta civica e il viceministro Stefano Fassina, che promette dal governo emendamenti pochi e mirati. In caso di intesa la commissione voterà sin dal pomeriggio. Probabile che si arrivi a un primo pacchetto di modifiche condivise per approfondire sul resto.

Letta è convinto che possa ora aprirsi una stagione di riforme, anche in risposta ai rilievi della Ue. Già giovedì dovrebbe esserci consiglio dei ministri: «In questa settimana verrà presentato il piano di privatizzazione che si sta discutendo al ministero dell’Economia», annuncia il premier. Un piano «che indicherà quali beni, che non sono strategici per il Paese, possono essere privatizzati: beni immobili - precisa il ministro dello Sviluppo Flavio Zanonato - e quote di società, ma senza perdere il controllo», mantenendo della golden share, quindi. Nel piano anche caserme, con il via libera il ministro della Difesa Mario Mauro.

A tema nella prossima riunione del governo dovrebbe esserci anche la vexata quaestio della seconda rata Imu e su questo si potrà verificare l’eventuale atteggiamento più attenuato della nuova componente.La legge di stabilità, approderà in ogni caso già venerdì mattina al Senato, annuncia il presidente Pietro Grasso, per iniziare il suo iter. Previa, in mattinata, riunione dei capigruppo, altra occasione per verificare i nuovi assetti politici. «Daniele Capezzone, intanto va all’attacco dei governativi di Alfano: «Spiace vedere Letta che tratta Ncd come un cespuglio», ironizza il presidente della Commissione Finanze della Camera.

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