mercoledì 10 marzo 2021
L'ex premier, che dal 2015 si era dimesso, andando a dirigere a Parigi una scuola di formazione politica, si dice "preso alla sprovvista". E chiede due giorni per riflettere.
Ipotesi Enrico Letta per la segreteria, lui prende 48 ore per decidere

Ansa

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"Sono grato per la quantità di messaggi di incoraggiamento che sto ricevendo. Ho il Pd nel cuore e queste sollecitazioni toccano le corde più profonde. Ma questa inattesa accelerazione mi prende davvero alla sprovvista; avrò bisogno di 48 ore per riflettere bene. E poi decidere", scrive su Twitter Enrico Letta. L'ex presidente del Consiglio era uscito di scena dalla politica in maniera drastica il 9 giugno 2015 rinunciando anche al seggio in Parlamento per dedicarsi all'insegnamento universitario e alla formazione di eccelenza in ambito europeo. Dal 1º settembre 2015 dirige la Scuola di affari internazionali dell'Istituto di studi politici di Parigi. Durante il governo Ciampi, tra il 1993 e il 1994, aveva lavorato come capo di gabinetto alla Farnesina sotto il ministro Beniamino Andreatta, suo vero nume tutelare con lui Letta aveva già collaborato nella associazione non-profit Agenzia di Ricerche e Legislazione (Arel). Nel 1999 Letta diventa ministro dell'Industria, del commercio e dell'artigianato nel secondo governo D'Alema, e nel 2000 viene confermato nel secondo governo Amato, diventando anche ministro del Commercio con l'estero. Dopo la rielezione di Giorgio Napolitano il suo diventa il profilo giusto per dar vita al governo di larghe intese che aveva posto alla base della sua disponibilità alla riconferma sul Colle. Il 24 aprile 2013 riceve l'incarico di presidente del Consiglio, governo composto da esponenti di Partito democratico, Popolo della libertà, Unione di centro e Scelta civica.

Incalzato poi dal neo segretario del Pd Matteo Renzi che lo accusa di incertezze e lentezze eccessive, dopo il celebre "Stai sereno" che gli invia (salvo poi chiedersi di farsi da parte), Letta rassegna le dimissioni. Sarà uno dei più freddi passaggi di campanella quello fra lui e Renzi. Nel 2015 si dimette anche da deputato alla Camera dopo aver votato contro la nuova legge elettorale proposta dal PD, l'Italicum, e nel contempo non rinnova la tessera del Pd. Il suo quindi sarebbe un rirorno clamoroso, e - al momento - tutt'altro che scontato. In ballo ci sono infatti anche altre ipotesi, su tutte quelle di una donna alla segreteria, e di sicuro Letta non si presterebbe mai a una operazione che si rivelasse divisiva già in partenza.

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