venerdì 16 febbraio 2018
Berlusconi: «Legge ridicola». Salvini vuole cambiarla. Ma Pd e M5S contrari. Nel maggio scorso la Camera diede il via libera a un nuovo testo che inseriva come scriminante il turbamento psichico
Visitatori incuriositi dai fucili esposti

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La sicurezza è uno dei temi centrali di questa campagna elettorale. In risposta ai timori crescenti intorno a un allarme, tutto sommato, più 'percepito' che reale, stando ai dati ufficiali di Istat e Viminale. In riferimento, almeno, alla maggior parte degli indicatori, fatta eccezione per i rischi legati alla crescita delle baby gang e a un’impennata di reati sfondo sessuale. Un clima che impone a tutti i partiti di prendere posizione, con ricette molto diverse fra loro. Tutti d’accordo però sulla necessità di più uomini e mezzi a presidio delle aree più a rischio, ma si torna ad essere divisi sull’impiego dell’esercito, che il centrodestra vorrebbe. E soprattutto sull’inasprimento dei criteri per la legittima difesa.

INSICUREZZA UGUALE IMMIGRATI?
Il tema sicurezza viene accostato dai partiti del centrodestra a quello dell’immigrazione. Il centrosinistra non ci sta, anche se è innegabile la presenza di immigrati in alta percentuale nelle carceri. «Non scambiare la situazione migratoria con quella della sicurezza», ha ammonito il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni dopo i fatti di Macerata. Ma il ministro dell’Interno Marco Minniti non ha nascosto il rischio di un’impennata di criminalità, a fronte di un problema non 'gestito': «Traini l’avevo visto all’orizzonte dieci mesi fa, quando abbiamo cambiato la politica dell’immigrazione », ha detto il titolare del Viminale.

CONCORRENZA LEGA-FI
Nel programma comune del centrodestra immigrazione e sicurezza viaggiano assieme. Gli obiettivi per punti sono: la lotta al terrorismo; il blocco degli sbarchi; l’abolizione di una politica umanitaria di accoglienza che viene definita una «anomalia solo italiana»; navi schierate a tutela dei confini e respingimenti assistiti; rimpatrio di tutti i clandestini; ampliamento della legittima difesa. Si parla poi dell’introduzione di poliziotti e carabinieri 'di quartiere', di un codice di difesa dei diritti delle donne, di una nuova disciplina delle intercettazioni e della custodia cautelare. La stretta sull’immigrazione viene abbinata alla previsione di un «piano Marshall per l’Africa ». Sul tema, nelle dichiarazioni dei leader - anche sull’onda dei fatti di Macerata le differenze fra Forza Italia e i suoi alleati si assottigliano. Silvio Berlusconi ha ribadito il suo obiettivo di «rimpatriare 600mila clandestini », anche se ha poi aggiunto che «bisogna farlo in accordo con l’Ue» e puntando su «trattati con i Paesi d’origine». Obiettivo, i rimpatri di massa, che i tecnici del Viminale definiscono non percorribili, non foss’altro perché molti sono privi di documenti e non forniscono dati sulla loro identità.

LEGITTIMA DIFESA, LEGA ALL’ATTACCO
Nei programmi dei singoli partiti, poi, ci sono le diverse accentuazioni sui singoli temi. La Lega, che ha fatto della legittima difesa 'sempre e comunque' in caso di violazione di domicilio o furto il suo cavallo di battaglia, ha chiesto e ottenuto di inserire nel programma comune la correzione della normativa, a supporto della proposta da tempo depositata dal partito di Salvini che prevede l’uso sempre legittimo delle armi nei casi di furti in casa e negli esercizi commerciali, e un inasprimento delle pene per i furti di appartamento, le rapine e gli scippi.

LA STRETTA MAI APPROVATA
In realtà una stretta sulla legittima sicurezza nel maggio scorso era già stata approvata alla Camera. Essa prevedeva una discussa scriminante per il fatto che la violazione di domicilio fosse compiuta «in tempo di notte», ovvero «con violenza alle persone o alle cose», o «minaccia o inganno». L’altra scriminante era il «grave turbamento psichico» all’origine della reazione. Un ampliamento notevole della previsione che comunque non era bastato alla Lega (Matteo Salvini minacciò un referendum abrogativo) ma nel contempo aveva suscitato grandi dubbi nel Pd, che pure aveva votato a favore. Dubbi, di cui si era fatto carico lo stesso Matteo Renzi, all’origine del binario morto nel quale è finita alla fine la riforma, al Senato. Col risultato che quella previsione appare, ora, figlia di nessuno. Non di chi (Lega e Fdi) ne vorrebbero una ancora più dura. Non del Pd che la ha disconosciuta. Solo Noi con l’Italia, nel centrodestra difende quella mediazione approvata dalla Camera il 4 maggio 2017 definendola «una norma equilibrata, che estendeva i casi di non punibilità inserendo in pratica il concetto di inversione dell’onere della prova», rivendica Maurizio Lupi, accusando il Pd. La cosiddetta 'quarta gamba' del centrodestra, però, non ha partecipato alla stesura del programma della coalizione, che ha di fatto recepito, invece, la spinta della Lega. Di «legge ridicola sulla legittima difesa» parla anche Silvio Berlusconi.

PD E LEU: INVESTIRE SULLA SICUREZZA
Fuori dal centrodestra non si parla più di riforma della legittima difesa, con l’eccezione del-l’Italia dei valori, aderente a Civica popolare. Il Pd propone il riordino delle carriere delle forze dell’ordine, senza cedere all’idea della giustizia 'fai da te' dei cittadini. Il partito di Renzi rivendica di aver investito 7 miliardi sulla sicurezza nello scorso quinquennio e ora punta tutto sulla linea Minniti, mostratasi in grado di contenere i flussi migratori, auspicando nel contempo una revisione del Trattato di Dublino che espone i paesi di confine della Ue a sforzi difficili da sopportare. Nella convinzione di fondo, però, che non si debba alimentare la tentazione di identificare le problematiche sicurezza-immigrazione. Il Pd punta molto sulla polizia di prossimità. Riempire i vuoti in organico nelle forze dell’ordine, sono invece le priorità di Leu, e insieme ripristino della certezza della pena. Ma superando la Bossi-Fini, che avrebbe contribuito, per il partito di Grasso, ad affollare le carceri di immigrati.

M5S: «MENO ARMI IN CASA»
«Il M5S farà in modo che una persona non si debba difendere con un’arma da uno che gli entra in casa», promette dal canto suo Luigi Di Maio. L’avversione del candidato pentastellato alle armi in casa è antica. «La detenzione di armi va ridotta drasticamente - avverte - . Non siamo una società abbastanza serena per prenderci questi rischi. Togliamo le armi dalle case degli italiani». Si tratta, per M5S, invece, di riorganizzare i comparti sicurezza e Difesa, accorpando Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia penitenziaria, trasformando ciascun corpo in una specialità, dando vita a un’unica Forza di Polizia. Nel programma pentastellato anche due nuove carceri e 10mila nuove assunzioni. Ma la legittima difesa va bene così.

Le regole per ottenere in Italia il porto d’armi

Le richieste più comuni che arrivano alle Questure da chi vuole possedere un’arma

Difesa personale. Permette il porto dell’arma fuori dalla propria abitazione e ha validità annuale. Per ottenere il permesso è necessario essere maggiorenni ed avere una ragione valida e motivata che giustifichi il bisogno di andare armati.

Uso sportivo. Questo tipo di licenza, rilasciata dal Questore, è comunemente detta per uso sportivo e permette di esercitare il tiro a volo e il tiro a segno. In particolare, per il tiro a segno è necessario iscriversi presso una Sezione di Tiro a Segno Nazionale o presso un’associazione di tiro iscritta ad una federazione sportiva affiliata al Coni. La licenza di porto di fucile con canna ad anima liscia per il tiro a volo autorizza il titolare al porto delle sole armi idonee all’esercizio della specifica attività di tiro. La licenza ha una validità di 6 anni.

Attività venatoria. È la licenza che autorizza al porto di fucile per uso di caccia nei periodi di apertura della stagione venatoria. Anche in questo caso la validità è per 6 anni.

Licenza per collezionisti. La licenza di collezione di armi comuni da sparo permette la detenzione, ma non il porto, di armi corte e lunghe, in numero superiore a quello normalmente consentito (3 armi comuni da sparo e 6 classificate sportive).

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