lunedì 26 ottobre 2015
​Il testo arriva in Senato. Ma su Tasi, sanità, gioco d'azzardo e contratto degli statali è già battaglia aperta.
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​La legge di stabilità arriva in Parlamento. A dieci giorni dal consiglio dei ministri che - il 15 ottobre - ha approvato la manovra entro i termini per l'invio in Europa del documento di programmazione di bilancio 2016, il testo definitivo è approdato in Senato, controfirmato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il provvedimento verrà incardinato in Commissione Bilancio tra oggi e martedì, ma dal dibattito politico già emergono i punti nevralgici che partiti, categorie e lobby punteranno a modificare nel corso dell'iter parlamentare. La prima norma oggetto di contestazione, e che con ogni probabilità registrerà una pioggia di emendamenti, sarà la misura simbolo della manovra: la cancellazione della Tasi. A criticarla è soprattutto la minoranza Pd che, insieme a Sel, reputa l'esclusione degli immobili di lusso dall'eliminazione della tassa un ritocco parziale e non sufficiente. Stefano Fassina e Arturo Scotto hanno già fatto della battaglia sulla casa la loro bandiera, ricordando più volte che il top-10% dei contribuenti versa il 37% del gettito e che cancellare la Tasi per il 90% delle famiglie fa risparmiare quasi 2 miliardi di euro all'anno che potrebbero essere dedicati al contrasto alla povertà. Le due anime del Pd appaiono in contrapposizione evidente anche su altri punti cardine della legge: pensioni, sanità e tetto al contante. L'innalzamento della soglia a 3.000 euro, difeso strenuamente da Matteo Renzi e dal ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, è apertamente rifiutato dalla minoranza dem, che chiede al governo un cambiamento di rotta anche sulla revisione del budget sanitario e sui trasferimenti alle Regioni. La loro diminuzione, lancia l'allarme il senatore della minoranza, Federico Fornaro, "rischia di mettere in discussione la tenuta complessiva della sanità pubblica". Una posizione su cui convergono anche i governatori dell'opposizione, a partire da Luca Zaia. Cesare Damiano chiede di anticipare l'innalzamento della soglia della no tax area per i pensionati al 2016, di allargare la platea della salvaguardia degli esodati e di mantenere almeno per il Sud gli stessi livelli di decontribuzione validi ad oggi. Dal Movimento 5 Stelle parte invece l'offensiva sui giochi, capitolo poco gradito anche ai cattolici di Ncd. La misura mette a gara 15 mila licenze per i punti scommesse. La lotta, oltre che ideologica, si prospetta attenta ai numeri ed alla base d'asta per accedere ai bandi: i punti scommesse vendita potrebbero diminuire ma la base d'asta, ora fissata a 32 mila euro, potrebbe salire. Sul piede di guerra appaiono anche i sindacati pubblici per quella che viene definita "la mancia" elargita per il rinnovo del contratto degli statali. Le risorse messe a disposizione ammontano in totale a 300 milioni di euro, una cifra giudicata insufficiente anche dai sindacati di polizia, pronti ad utilizzate "tutti gli strumenti di lotta necessari" per modificare l'importo. Battaglia già combattuta lo scorso anno con qualche punto a favore degli interessati è infine quella che si ripropone anche questa volta per Caf e patronati. La manovra taglia di 100 milioni gli stanziamenti per i primi e di 48 quelli per i secondi. Ma con quelle sforbiciate, denuncia l'Inas Cisl, è rischio la tutela stessa dei cittadini.
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