mercoledì 19 gennaio 2011
Sarà obbligatorio indicare sempre il luogo d’origine di tutti gli alimenti. Il ministro Galan: «Questa è una norma innovativa nella Ue e combatteremo per sostenerla, portando avanti la battaglia filiera per filiera. Ricordo che sull’olio l’abbiamo vinta». Il grazie alla Coldiretti.
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Etichette "trasparenti" per i prodotti alimentari. Col sì definitivo all’unanimità della Camera è legge, prima in Europa, l’obbligo di indicare il luogo di origine degli alimenti. I consumatori potranno quindi essere sicuri di comprare made in Italy e non cibi preparati in Italia ma con materie prime importate. Una norma che potrà rafforzare la competitività del settore agroalimentare, spingendolo a distinguersi ulteriormente per qualità. Verrà dunque estesa ad esempio a pasta, salumi, succhi, passata, formaggi quanto già oggi è previsto per pollo, carne, latte, olio. Ora servono i decreti attuativi per i diversi prodotti. La Commissione europea avrà tre mesi per esaminare il provvedimento e autorizzarlo. E non sarà una passeggiata, avverte il ministro delle Politiche agricole: «Questa è una legge innovativa nell’Ue – spiega Giancarlo Galan – e combatteremo per sostenerla, portando avanti la battaglia filiera per filiera. Sull’olio ricordo che l’abbiamo vinta». La legge ieri è passata anche con i voti dell’opposizione in commissione Agricoltura in sede legislativa. Cuore del provvedimento è l’articolo 4, con l’obbligo in etichetta del luogo di origine o provenienza dei prodotti agroalimentari o di ingredienti ogm. I consumatori potranno così essere sicuri del made in Italy: niente più formaggi "tipici" con latte in polvere d’importazione o "pummarola" con pomodori cinesi. Prodotti del genere non saranno illegali, ma chi compra potrà scegliere con cognizione di causa. L’omissione, articolo 5, sarà pratica commerciale ingannevole. Altro cardine è all’articolo 2 la tracciabilità dei prodotti agroalimentari e le nuove sanzioni, raddoppiate se le omissioni riguardano prodotti Dop, Igp o specialità tradizionali garantite, cioè Sgt. Per gli allevatori di bufale c’è l’obbligo di strumenti per misurare il latte prodotto giornalmente da ogni animale.Galan ringrazia per il sostegno l’opposizione e le organizzazioni agricole, «in particolare Coldiretti». E riconosce «i tanti padri del provvedimento, compreso l’ex ministro Zaia», suo predecessore. Sarà ricordata come legge Galan? «Allora – replica sorridendo – si sarebbe dovuto chiamare così il passante autostradale di Mestre: ma non ho fiducia nella gratitudine umana...».Nicodemo Oliverio del Pd spiega che «i democratici intendono accelerare il percorso nell’Ue: è un solenne mandato al governo a impegnarsi in Europa». «In Italia i controlli funzionano – fa eco Nello Di Nardo dell’Idv – ma occorre soprattutto prevenire». «Misura importante per la sicurezza alimentare con il moltiplicarsi di emergenze alimentari», dice Coldiretti. Per la Cia «è un forte baluardo all’agropirateria che all’agricoltura nazionale fanno perdere 2 miliardi l’anno». Federalimentari invece teme un aggravio dei costi di produzione fino al 15% per le «frequenti modifiche alle etichette» e pone, fuori dal coro, il problema della «carenza quantitativa e a volte qualitativa delle materie prime presenti in Italia».
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