martedì 13 ottobre 2015
​​La Lega protesta, il Pd esulta. Il testo passa adesso al Senato. Renzi: fine della politica inconcludente.
LA SCHEDA Ius soli temperato e ius culturae
La linfa nuova dell'integrazione (Paolo Lambruschi)
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​Disco verde della Camera, in aula, con 310 sì contro 66 no e 83 astenuti, per il ddl cittadinanza, che ora passa al Senato. Clima non certo bipartisan, al momento del voto, contrassegnato dalle urla ritmate "ver-go-gna, ver-go-gna" dai banchi della Lega e dall'applauso arrivato, a risultato proclamanto, da quelli del Pd. Renzi esulta: basta con la politica inconcludente. "Oggi alla Camera approvata la legge sulla cittadinanza in prima lettura, oggi al Senato approviamo le riforme costituzionali in terza lettura. Crescono i posti di lavoro e aumentano di conseguenza mutui e consumi, diminuiscono le tasse, dagli 80 euro all'Irap alla casa". Matteo Renzi tira le somme del lavoro di governo e maggioranza e da Facebook osserva che "si può essere o meno d'accordo su ciò che siamo facendo, ma lo stiamo facendo: la lunga stagione della politica inconcludente - rivendica il presidente del Consiglio - è terminata. Le riforme si fanno, l'Italia cambia. Avanti tutta, più decisi che mai". Il Pd: questi sono i nuovi italiani. "Nasce con oggi la stagione dei nuoviitaliani: bambini nati o cresciuti nel nostro Paese che finalmente potranno essere cittadini a tutti gli effetti. Sono compagni di gioco o di classe dei nostri figli, che vivono e conoscono alla perfezione le stesse strade e gli stessi luoghi che viviamo e conosciamo noi" ha scritto Ettore Rosato, presidente dei deputati Pd, sulla sua pagina Facebook. "Con lo ius soli temperato e lo ius culturae - prosegue - adottiamo due nuovi strumenti per acquisire la cittadinanza e rendere veramente integrati e partecipi alla società questi minori. Per molti degli altri paesi europei nulla di eccezionale. Per noi lo è". La protesta della Lega: la cittadinanza non si regala. Durante la seduta la Lega ha protestato esponendo cartelli sollevati dai deputati ("svendete il Paese per milioni di voti", "la cittadinanza non si regala") e l'ironia di Christian Invernizzi in dichiarazione di voto ("immigrati, non vi conviene diventare italiani: agli italiani non li passano 35 euro al giorno, nè li ospitano due anni vitto e alloggio in alberghi a 3 stelle"). Richiamati dalla presidente della Camera, Laura Boldrini, i deputati della Lega hanno motivato la loro protesta spiegando, sempre con Invernizzi, che "l'opposizione deve usare anche questi mezzi per fare sentire la propria voce visto che su un argomento del genere alla Lega sono stati assegnati solo 17 minuti".
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