martedì 22 maggio 2018
I ritratti di Serafino Cordaro, ucciso in un regolamento di conti, e del figlio di un camorrista morto in un incidente, Antonio Moccia, campeggiavano da anni. Blitz con 150 agenti e la sindaca Raggi
Roma, rimossi a Tor Bella Monaca due murales inneggianti a boss
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Rimossi nella notte due murales nel quartiere Tor Bella Monaca, alla periferia di Roma. Uno in via Quaglia, dedicato a Serafino Cordaro, ritenuto esponente di un clan e ucciso fuori dal suo bar: l'altro in memoria di Antonio Moccia, morto in un incidente e figlio di Vincenzo, considerato esponente del clan di Afragola. Sul posto vigili urbani, polizia, carabinieri e la sindaca Virginia Raggi. Le immagini campeggiavano da anni nel quartiere.

«Serafino sei il nostro angelo» era la scritta sotto il ritratto di Serafino Cordaro, apparso sulla facciata del complesso R9 in via Quaglia qualche giorno dopo il 2 febbraio 2013, quando l'uomo era stato ucciso a colpi di pistola in un regolamento di conti nella vicina via Acquaroni. L’uomo era considerato dagli inquirenti uno dei vertici dello spaccio nella zona di Tor Bella Monaca. Sulla presenza del murale a lui dedicato si era espresso anche il procuratore aggiunto della Dda, Michele Prestipino, che aveva detto: «Il fatto che nessuno lo rimuova dà prestigio ai criminali».

Rimosso anche quello in memoria di Antonio Moccia, da anni sul muraglione di via Amico Aspertini. Antonio Moccia era figlio di Vincenzo, uno dei capi della colonna romana del clan camorristico originario di Afragola. Il ritratto con la frase «Tony vive» apparve dopo la morte del 20enne, coinvolto in un incidente stradale nella vicina in via dell’Archeologia a settembre 2012. A seguito della morte del giovane i famigliari assaltarono il Policlinico di Tor Vergata per vedere il corpo del ragazzo, poi la famiglia chiese le autorizzazioni per un corteo funebre solenne con tanto di carrozza e cavalli. L’allora questore di Roma, Fulvio Della Rocca, vietò però il funerale per motivi di ordine pubblico e sicurezza.

Stanotte l'intervento del Campidoglio, con 150 agenti di Polizia Locale, Polizia di Stato, Carabinieri e operai. «Da anni quei murales - dichiara la sindaca di Roma Virginia Raggi - erano stati disegnati per segnare il territorio, per sfidare le istituzioni e i cittadini. Le persone oneste aspettavano da tanto, troppo tempo che le istituzioni tornassero in quei territori di frontiera. Ho voluto assistere di persona a questa operazione - prosegue Raggi - perché è un dovere essere al fianco delle persone oneste e per far capire che le Istituzioni non abbassano lo sguardo davanti alla criminalità. Inizia da qui un nuovo percorso della legalità che non sarà né semplice né veloce, ma ci auguriamo, sarà inesorabile». Domani, annuncia la Sindaca, «saremo a Ostia per ricordare il giudice Falcone e la sua scorta nell'anniversario della strage di Capaci».

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