lunedì 16 febbraio 2015
​Anche diverse scritte ingiuriose su Dio e i sacerdoti sulla facciata della chiesa di San Giovanni Battista nel quartiere stadio di Lecce. Ecco il rispetto dei paladini delle "libertà".
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La statua della vergine imbrattata di vernice rossa, scritte blasfeme sulla facciata della chiesa. Insolito risveglio per gli abitanti del quartiere Stadio di Lecce che domenica mattina, mentre si recavano nella chiesa di San Giovanni Battista per partecipare alle funzioni religiose, hanno scoperto gli effetti di atti vandalici ai danni del complesso parrocchiale, messi in atto nella notte. La Digos indaga per risalire agli autori del gesto, mentre alcuni volontari si sono prodigati per ripulire la facciata.Proprio nei locali parrocchiali il 7 febbraio scorso si era tenuto un incontro in collaborazione con Alleanza Cattolica Puglia, sul tema “Guerra alla famiglia naturale: ideologia del gender, unioni civili, matrimoni omosessuali”, con relatore Alfredo Mantovano, già sottosegretario agli Interni. Fuori dalla parrocchia un gruppo di persone, tra cui esponenti delle associazioni Lgbt leccesi, aveva organizzato una contromanifestazione, con un picchetto di protesta. Nell’occasione alcuni manifestanti cercarono di entrare nella sala, ma nessun fatto eclatante aveva turbato lo svolgimento della conferenza che, nonostante qualche parola grossa rivolta ai partecipanti, si era tenuta regolarmente, anche grazie alla presenza della polizia.«Pensiamo che la religione non c’entri niente – è il commento amaro raccolto in parrocchia –, probabilmente ci sono strumentalizzazioni di alcuni facinorosi che hanno male interpretato quell’iniziativa di riflessione offerta alla nostra comunità, che sempre più vive situazioni concrete legate a quei temi». Un’iniziativa pastorale e di conoscenza della questione, insomma, che «non aveva nessun intento provocatorio. Ecco perché non comprendiamo i motivi del gesto». D’altronde, su un altro fronte, già da tempo la parrocchia è attenta a percorsi che che puntano alla vicinanza umana e spirituale ai conviventi, a separati e divorziati con una serie di incontri di riflessione e di vicinanza pastorale. C’è soprattutto amarezza, quindi, ma anche gratitudine, per «la sensibilità di tanti che si sono avvicinati per esprimere il loro sdegno».
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