mercoledì 17 maggio 2023
La disperazione del sindaco di Forlì, dove si contano tre delle otto vittime finora accertate. Le operazioni di soccorso tra Cesena e Faenza, inghiottite dall'acqua
Una delle due neonate salvate con un gommone dai Vigili del Fuoco a Castrocaro Terme

Una delle due neonate salvate con un gommone dai Vigili del Fuoco a Castrocaro Terme - ANSA

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«È mancata la luce. Abbiamo avuto una notte di buio assoluto, con interruzioni di corrente e quindi di impossibilità di caricare i cellulari da parte delle persone. La città è piegata nella stragrande maggioranza dei suoi quartieri. È la fine del mondo». Il sindaco di Forlì, Gian Luca Zattini, risponde alle domande dei giornalisti con lo sguardo stralunato: ha passato le ultime ore sui social, tenendo costantemente aggiornati i suoi concittadini, e poi per le strade, con la Protezione civile, a tentare lui stesso di salvare e mettere in sicurezza il numero maggiore di persone.

La fine del mondo è l'acqua che è arrivata da tutte le parti in un momento solo: dal cielo (quella di 6 mesi nello spazio di poche ore), dai fiumi (cancellati dalla siccità fino ad appena due settimane fa), dagli scantinati, dalle porte e dalle finestre. Tre delle otto vittime finora accertate nella più grande catastrofe che abbia colpito l'Emilia Romagna dopo il terremoto si sono contate proprio qui, nella città di Forlì: oltre a un anziano morto martedì sera in via Firenze, vicino agli argini del Montone, i carabinieri hanno recuperato in mattinata due corpi, un uomo e una donna, in una abitazione in via Padulli, nel quartiere Cava, che erano dispersi. La loro assenza era stata segnalata da alcuni parenti. L'onda di acqua e fango li ha sorpresi nel loro giardino di casa e seppelliti per sempre. Ma si piange anche nel Cesenate, per due coniugi morti a Ronta: mentre il marito è stato trovato nella casa dove vivevano e dove avevano un'azienda agricola, la donna è stata ritrovata sulla spiaggia di Zadina a Cesenatico, trascinata dalla furia del Savio per oltre venti chilometri.

Un altro salvataggio in gommone, stavolta a Faenza

Un altro salvataggio in gommone, stavolta a Faenza - Fotogramma

Poi ci sono i dispersi, per ora inquantificabili, e le persone che vanno ancora salvate. Ferme sui tetti, bloccate nelle case, immerse nell'acqua nel tentativo disperato di raggiungere punti rimasti all'asciutto nei fiumi che sono diventate ovunque le strade: Cesena e Faenza, in particolare, sono sommerse, insieme ad altri 18 piccoli Comuni della bassa Romagna. Nella notte a centinaia le persone che chiedevano aiuto dai balconi, protagoniste dei video che stanno circolando sui social: «Siamo qui, c'è qualcuno? Abbiamo dei bambini con noi». E loro, i bambini, infagottati, messi in spalla, affidati alle braccia dei soccorritori arrivati coi gommoni: «Io e mio figlio, che ha 8 anni, ne abbiamo visto passare uno e ci siamo precipitati giù dal primo piano nell'acqua. Abbiamo urlato, si sono accorti di noi e sono tornati indietro, ci siamo salvati così» racconta una padre ancora sconvolto. Un'altra ragazzina poco più in là scende da un altro gommone, sollevata e presa in braccio da un operatore del soccorso, e può abbracciare di nuovo i suoi familiari che l'aspettano dove l'acqua finisce: sembra la scena di un naufragio nel Mediterraneo, è il centro storico di Faenza, dove via Lapi è interrotta a metà dal Lamone, che l'ha sommersa con un metro d'acqua. A Castrocaro Terme, invece, un piccolo miracolo: due neonate bloccate in casa coi loro genitori sono state salvate dai Vigili del Fuoco con un gommone e poi con un elicottero. La loro foto - imbragate, assopite - è già diventata un segno di speranza.

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