domenica 26 maggio 2019
Il leader leghista tra Alberto da Giussano e rosario: non cerco poltrone. Zingaretti: siamo l'alternativa, al voto. Di Maio in silenzio aspetta i dati finali. Timori in Forza Italia, esulta Fd
Salvini segue lo spoglio in via Bellerio a Milano

Salvini segue lo spoglio in via Bellerio a Milano

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"Una sola parola: grazie Italia!", commenta subito il vicepremier leghista Matteo Salvini non appena mette piede, prima di mezzanotte, nella sede milanese di via Bellerio. Più tardi esporrà dalla finestra una statua di Alberto da Giussano, simbolo della Lega dei primi tempi. E all'una di notte si presenta ai giornalisti: "Non userò nemmeno uno di questi voti per chiedere poltrone. Da domani mi rimetto a lavoro con gli alleati per realizzare il contratto. Adesso dobbiamo cambiare questa Europa che ha negato le radici giudaico-cristiane". Durante le comunicazioni ai media, Salvini ha di nuovo fatto riferimento al Cuore Immacolata di Maria come protettrice dell'Europa e come sostegno al suo progetto politico e ha nuovamente baciato davanti ai cronisti un crocifisso e un rosario.

"Sono contento che i nostri elettori hanno premiato questa parte del governo. Questo ci dà più forza per mettere in campo alcune cose tra cui le infrastrutture e la flat tax. Ma non sono all'ordine del giorno il ruolo da premier e le poltrone", lo aveva anticipato poco prima Riccardo Molinari, capogruppo alla Camera, per ribadire che l'esecutivo non corre rischi e nemmeno li corre il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Piuttosto, è l'agenda che deve immediatamente cambiare e accelerare.

Sul fronte M5s c'è silenzio sino a notte fonda. Luigi Di Maio segue lo spoglio da Montecitorio e spera che non si materializzi il sorpasso del Partito democratico. Dai vertici del Movimento, trapela però, sulle prime battute, un certo "sconforto". L'analisi del voto e dei futuri scenari politici è rinviata a quando i risultati saranno acquisiti. Il leader M5s fa filtrare solo uno stato d'animo: "Ora testa bassa e lavorare, avanti con la riorganizzazione del Movimento sul territorio, scontiamo l'astensionismo più forte al Sud".

Il più loquace, nel Pd, è il vicesegretario Andrea Orlando. "Il dato riconoscibile è che esiste un'alternativa, che c'è un partito in
campo. Noi abbiamo chiesto le elezioni prima di questo voto perché siamo di fronte a una totale incapacità del governo, un governo che non c'è già più. Il Pd è cambiato ma deve cambiare ancora - prosegue -, si afferma la prospettiva di una lista unitaria. C'è ancora molto lavoro ma siamo sulla giusta direzione".
Poi in serata prende la parola il segretario Nicola Zingaretti: "Siamo l'alternativa a un governo immobile e pericoloso. Prepariamo per quando andremo al voto. In Europa l'aggressione sovranista è fallita, dentro il Parlamento Ue c'è una solida maggioranza che ha voglia di rilanciare il sogno europeo. Lega e M5s sono marginali mentre noi saremo la prima o seconda delegazione del Pse".

Forza Italia, in bilico sulla soglia psicologica del 10%, si affida ancora una volta a Silvio Berlusconi: "Siamo ancora indispensabili, senza Fi il centrodestra perde. Noi siamo l'unica forza moderata di una coalizione vincente solo se corre insieme e io resto a Bruxelles l'unico argine al populismo anti-europeo. Più di questo non si poteva fare, ho dato il massimo" dice secondo quanto raccolto dall'agenzia AdnKronos.

Esulta invece Fratelli d'Italia. "È un risultato straordinario - afferma la presidente Giorgia Meloni -, è il secondo miglior dato di crescita dopo Salvini. Siamo cresciuti del 50% rispetto alle politiche ed è tutt'altro che scontato. Da oggi Fdi non si dà più limiti".

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