venerdì 17 febbraio 2017
Stop a pubblicità e orari ridotti. Con qualche «astuzia» legale. Normativa approvata all’unanimità. Testo redatto per prevenire i ricorsi al Tar
Azzardo, le Marche limitano pubblicità e orari
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Stop al dilagare dell’azzardo, ma con qualche astuzia per prevenire la scure dei tribunali amministrativi. Si muove secondo questa doppia esigenza la normativa anti- azzardo votata dalla Regione Marche. Uno degli ostacoli che la normativa marchigiana cerca di prevenire, infatti, è quello degli inevitabili ricorsi al Tar da parte delle associazioni dei padroni delle scommesse. La legge approvata punta sulla prevenzione e la cura dell’azzardopatia nei confronti di tutte le attività di gioco lecito, vietando qualsiasi forma di pubblicità e affidando ai Comuni un ruolo di controllo del territorio, cominciando da una netta riduzione degli orari di gioco «per tutela della quiete e della sicurezza pubblica», e anche attraverso il rispetto delle distanze fra apparecchi e le scuole, gli istituti bancari e postali, i compro-vendo oro e tutti quei luoghi frequentati da minori, giovani e anziani. Poiché non è possibile vietare la pubblicità delle emittenti nazionali «è stato possibile imporre lo stop di quella sulla stampa locale da parte dei singoli gestori i quali non potranno, ad esempio, affiggere manifesti e fare volantinaggio relativo alla propria attività», spiega Marconi. Sono state studiate anche altre modalità operative improntate all’innovazione.

«Per esigenze di tutela della salute e della quiete pubblica, è vietata l’installazione di appa recchi e congegni per il gioco in locali ubicati – si legge nella normativa – in un raggio di cinquecento metri, nei comuni con popolazione superiore ai cinquemila abitanti (di trecento me- tri, in quelli inferiori ai cinquemila abitanti), da istituti universitari, da scuole di ogni ordine e grado, con esclusione delle scuole dell’infanzia, da istituti di credito e sportelli bancomat, da uffici postali, da esercizi di acquisto e vendita di oggetti preziosi ed oro usati». Nei centri più piccoli, infatti, la distanza di mezzo chilometro avrebbe comportato l’annullamento certo della normativa, che facilmente sarebbe stata giudicata eccessivamente puntiva, estromettendo totalmente le sale slot i centri scommesse dai centri abitati. La norma è stata approvata con la piena unanimità del Consiglio regionale ed è stata estesa anche alle dipendenze «da nuove tecnologie e social network». Il testo ha riunito le quattro proposte di legge presentate dal Pd, FdI, M5S dall’Udc - Popolari Marche.

Proprio un esponente di quest’ultima formazione, Luca Marconi, è stato il relatore del testo di maggioranza in Consiglio, trovando il consenso di tutta l’aula. Marconi ha sottolineato come la legge tratti in modo prioritario l’azzardopatia. Nel 2015 le Marche hanno dovuto farsi carico della cura di 420 scommettitori compulsivi, «e dalle indicazioni che riceviamo dai Sert – spiega Marconi – la tendenza quest’anno è già al rialzo e ci aspettiamo almeno 500 casi». Si tratta di un testo «molto avanzato sulla linea del rigore e della disciplina per la tutela», insiste Marconi. Le prevedibili «e comprensibili lamentele» degli imprenditori del settore, che nella regione conta circa 2000 addetti, hanno un ragionevole fondamento economico, «nel contempo non possiamo mandare sul lastrico decine di migliaia di famiglie. Vi sono beni umani e spirituali superiori che vanno tutelati».

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