venerdì 5 aprile 2019
Furti in casa per pagarsi le dosi. Così le donne hanno trovato il coraggio di chiedere aiuto allo Stato: è scattata all’alba di giovedì l’operazione "Alarico" con 57 arresti per spaccio di droga
Un frame dei video girato in uno degli appostamenti dai carabinieri di Cosenza che grazie alle denunce di alcune madri sono riusciti a ricostruire come veniva organizzato lo spaccio di droga utilizzando ragazzi minorenni

Un frame dei video girato in uno degli appostamenti dai carabinieri di Cosenza che grazie alle denunce di alcune madri sono riusciti a ricostruire come veniva organizzato lo spaccio di droga utilizzando ragazzi minorenni

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I figli rubavano in casa per poi vendere il bottino e pagarsi la droga. Portavano via anzitutto preziosi successivamente piazzati nei tanti (troppi) compro oro attivi anche a Cosenza. Ma il cuore di mamma non ha fatto finta di non vedere, perché lasciarli fare non li avrebbe aiutati.

Diverse madri si sono perciò rivolte ai carabinieri, denunciando gli strani comportamenti dei ragazzi scivolati in un tunnel di droga e piccoli reati che rischiava d’inghiottirli per sempre.

Il racconto delle donne ha alimentato l’iter investigativo dei carabinieri del comando provinciale già avviato in seguito all’arresto d’un 53enne che deteneva un ingente quantitativo di 'roba': 1,7 kg di marijuana da cui sarebbe stato possibile ricavare 6.850 dosi per un valore stimato in oltre 40mila euro. È scattata all’alba di giovedì l’operazione 'Alarico' con 57 arresti per spaccio di eroina e cocaina, oltre che di 'erba' e 'fumo'. Il colonnello Pietro Sutera, comandante provinciale dell’Arma, ha sottolineato il coinvolgimento di molti minori «utilizzati per lo spaccio. Abbiamo sequestrato diverse armi - ha aggiunto per cui dobbiamo indagare pure su eventuali collegamenti con altre organizzazioni criminali». In particolare, le dichiarazioni della madre di un giovanissimo assuntore, spiegano i militari, hanno fatto emergere e ulteriormente avvalorato le responsabilità di alcuni maggiorenni coinvolti nel traffico di stupefacenti, i quali, per minimizzare i rischi non esitavano a impiegare ragazzini sia per il trasporto che per il confezionamento dello stupefacente.

È proprio in questa delicata fase che i carabinieri sono risaliti a tre pusher minorenni, cristallizzando 34 episodi di spaccio, anche di cocaina, e documentando numerosi contatti con 'clienti', spesso anch’essi minori, intercettati a due passi da alcune scuole cittadine. Sono 226 i tossicodipendenti identificati, 30 dei quali adolescenti.

Non solo droga tra gli affari gestiti dagli arrestati che gli inquirenti, coordinati dalla procura di Cosenza, ritengono inseriti in una rete criminale dedita al traffico di droga, all’estorsione, a furti e rapine e alla falsificazione di denaro. Le 57 misure cautelari, emesse dai gip cosentino e del tribunale per i minorenni di Catanzaro, hanno colpito persone accusate a vario titolo di detenzione e cessione di sostanze stupefacenti, estorsione continuata, detenzione illegale di armi da fuoco e munizioni, ricettazione, furto in abitazione, spendita e introduzione nello stato di monete falsificate, detenzione e porto in luogo pubblico di arma clandestina, rapina aggravata e violazione degli obblighi della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno. Numerose le perquisizioni eseguite, a Cosenza come nel resto della provincia. L’indagine ha appurato pure l’introduzione di droga nel carcere di Cosenza con mogli e conviventi che nascondevano la droga in bocca dopo averla avvolta in pellicola, passandolo ai familiari con un bacio durante i tradizionali colloqui.

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