giovedì 19 febbraio 2015
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Imedia britannici scoprono e fanno suonare a distesa l’allarme jihadista. Scrivono di «terroristi» che lo Stato islamico potrebbe infiltrare tra le centinaia di disperati che ogni giorno affrontano le traversate verso l’Italia, porta d’Europa. Un allarme che è stato, sinora, seccamente smentito dai fatti e che però resta facile terreno di scorribanda per un certo modo di fare politica e informazione, quello che confonde sistematicamente e cinicamente vittime e carnefici. Ed è la continuazione con altri mezzi e gli stessi accenti dell’insofferenza del governo conservatore britannico per i tentativi di arrivare a una gestione (anche economica) dignitosamente comune della vigilanza di polizia e umanitaria alla 'frontiera sud' dell’Unione Europea. Soprattutto negli ultimi mesi, davanti all’avanzata degli anti-europeisti dell’Ukip in vista del voto di maggio, i conservatori e il loro premier David Cameron hanno fatto dell’immigrazione uno schiumante cavallo di battaglia. Chiudendo i cordoni del welfare e minacciando azioni drastiche nei confronti di quanti cercano a Londra un futuro diverso da quello vissuto come vittime di una guerra. Ora arrivano anche i fuochi artificiali di carta di una stampa che ci ostiniamo – chissà perché? – a considerare un modello di stile e correttezza. Prudenza non fa mai rima con impudenza.
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