venerdì 27 febbraio 2015
Orlandi attiva il "whistleblowing". Denunce interne con mail criptate. Da fine ottobre 445 segnalazioni inviate. (Nella foto il direttore delle Erntrate Rossella Orlandi).
La denuncia sugli appalti: 60% senza gara
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L’aveva annunciato a metà dicembre, durante un convegno sulla corruzione a L’Aquila. E ieri il direttore dell’Agenzia delle Entrate Rossella Orlandi è passata ai fatti, inviando agli oltre 30mila dipendenti un manualetto di 14 pagine con le istruzioni dettagliate per attivare la procedura del cosiddetto whistleblowing, che prevede forme di tutela per chi intenda inviare segnalazioni su presunti reati compiuti all’interno dell’amministrazione. Il documento è accompagnato da una lettera della stessa Orlandi per spiegare il senso dell’operazione: «Il messaggio – si legge – è 'noi contro la corruzione'». E ancora: «Se intendiamo perseguire davvero la lotta all’illegalità fiscale, noi per primi dobbiamo essere l’emblema della legalità e dell’onestà». Nessuno, prosegue il direttore delle Entrate, «deve nutrire dubbi su di noi, né tanto meno sul nostro modo di operare, di servire il Paese. Il sonno dell’etica non ci è consentito», né «un sentimento d’onestà a intermittenza». L’accelerata dell’Agenzia anticipa altre amministrazioni pubbliche e si adegua alle regole indicate dall’Autorità anticorruzione presieduta da Raffaele Cantone, modellate su quelle in vigore in diversi Stati esteri, a cominciare dagli Usa. Da ieri i dipendenti delle Entrate hanno a disposizione una e-mail e un apposito spazio sulla pagina intranet. I loro messaggi arriveranno a un team ristretto di funzionari addetti all’anticorruzione e dovranno riguardare presunte irregolarità compiute da superiori o colleghi: dagli abusi nell’uso del tesserino delle presenze a rapporti sospetti con consulenti esterni fino a particolari insistenze ad avere notizie su atti o procedure da parte di chi non ha titolo per esserne a conoscenza.  L’indicazione delle generalità di chi denuncia non è obbligatoria, ma il vademecum «auspica il ricorso a segnalazioni nominative». Le informazioni saranno criptate e vagliate da pochi funzionari: l’identità del segnalante sarà tenuta riservata anche in caso di reati, che verranno denunciati all’autorità giudiziaria dall’Agenzia. Soddisfatto il presidente dell’Anac Raffaele Cantone: «È un’iniziativa utile, spero che possa estendersi. Rispetto alle garanzie per il dipendente, si tratta di garantire non l’anonimato, ma la riservatezza ». Dal 27 ottobre scorso, l’Authority per prima ha attivato la casella mail whistleblowing@ anticorruzione.it.  Finora, spiegano fonti dell’Anac, «su 445 mail pervenute, 125 riguardano episodi di whistleblowing, con segnalazioni interne di dipendenti su presunti episodi di corruzione o malversazione dentro la Pa». Sono state «rubricate con numero di protocollo riservato e affidate a un piccolo gruppo di addetti». Ma anche le altre 320 vengono vagliate con attenzione e, se è il caso, girate a uffici giudiziari e investigativi. Alcune «riguardano presunte violazioni della legge Severino», altre possibili violazioni del decreto legge 39 del 2013 sulle inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni».
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