domenica 27 dicembre 2015
​Rapporti con l'Unione europea, tempistica, omissioni dei vigilanti: 10 domande ancora senza risposta.
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La querelle sugli aiuti bancari fra il Tesoro italiano e la Commissione Ue è stata rinfocolata, prima di Natale, dalla diffusione della lettera inviata il 19 novembre a Roma per bocciare l’ipotesi di intervento del Fondo interbancario nel salvataggio di Popolare dell’Etruria, Banca Marche, Carife e CariChieti. Intanto ad Arezzo due dei quattro filoni dell’inchiesta sull’Etruria sono già chiusi, il terzo lo sarà in questi giorni, e poi c’è l’ultimo fascicolo per truffa (sugli investimenti in obbligazioni subordinate) aperto dal procuratore Roberto Rossi. Alle 12 è fissata la sua audizione da parte della prima commissione del Csm, sulla eventuale incompatibilità tra il suo incarico di consulente del governo e il ruolo di coordinatore delle inchieste su Banca Etruria. A Civitavecchia s’indaga sul caso del pensionato che si è ucciso, per verificare se qualche dipendente della banca lo abbia ingannato per modificare il profilo Mifid e indurlo a comprare strumenti finanziari rischiosi. Ma altre inchieste potrebbero aprirsi nei prossimi giorni: Adusbef e Federconsumatori hanno presentato un nuovo esposto a 9 procure che chiama in causa Bankitalia. In ogni caso, la vicenda continua a presentare tanti e tali livelli di complessità che resteranno ancora a lungo al centro dell’opinione pubblica. Numerosi gli aspetti da chiarire. Qua sotto proviamo a elencarne alcuni, che echeggiano da giorni e non hanno ancora ricevuto una risposta. 1 Per settimane si è sostenuto che l’Italia ha avuto le mani legate nella complessa trattativa bancaria con l’Unione Europea. E si è detto che, contro il no della Ue al possibile 'salvataggio' operato dal Fitd (il Fondo interbancario di tutela dei depositi, che avrebbe meglio tutelato i soldi di azionisti e obbligazionisti subordinati dei 4 istituti), non è stato possibile fare ricorso alla Corte di Giustizia europea del Lussemburgo per la mancanza di una risposta scritta da parte della Ue. Così hanno affermato fonti di governo, e anche il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, aveva sostenuto questa tesi nell’intervista concessa ad Avvenire il 9 dicembre. Ora invece è stata resa nota la lettera del 19 novembre dei due commissari Jonathan Hill (Servizi finanziari) e Margrethe Vestager (Concorrenza). Perché allora contro questa lettera non si è deciso di fare ricorso, andando subito frontalmente a quello scontro con la Ue che pure ora viene ipotizzato? 2 Per quale motivo, in sintesi, il governo ha bloccato il tentativo delle banche italiane di salvare con i propri soldi privati le 4 banche in crisi e i loro investitori, invece di sostenerle con più forza nel confronto con Bruxelles? C’è chi insinua che questo spirito poco battagliero sia dovuto a una sorta di 'tacito patto' con l’Europa, in cambio di un trattamento di riguardo sul tema della flessibilità sui conti pubblici nel 2016. È vera questa ipotesi o è solo una maldicenza? 3 Alla fine, in relazione al precedente salvataggio della banca abruzzese Tercas, la Ue ha bocciato il piano iniziale del governo italiano - risalente al luglio 2014 - che prevedeva un utilizzo sempre del Fondo interbancario (i cui contributi da parte delle banche sono obbligatori e, in ragione di ciò, vengono assimilati nel giudizio dell’Unione agli 'aiuti di Stato') e ha detto di «valutare positivamente» il piano-bis che prevede invece un contributo completamente volontario per circa 300 milioni, in attesa dell’acquisizione definitiva della Popolare di Bari. Perché allora, visto che questa via ha ricevuto ora un avallo da parte di Bruxelles stessa, non si è pensato - e predisposto per tempo - un 'salvataggio volontario' da parte di altre banche anche per i 4 istituti in crisi? 4 I nuovi strumenti europei per la gestione delle crisi bancarie negli Stati membri sono entrati in vigore a gennaio del 2015 con la direttiva denominata Brrd (Bank Recovery and Resolution Directive). In Italia questa direttiva è stata recepita, con un decreto legislativo, solo a metà dello scorso novembre. Perché la politica nostrana ha perso tutto questo tempo, ben 10 mesi e mezzo? È solo per il classico 'lassismo' parlamentare? Se la direttiva fosse stata recepita per tempo, ci sarebbe stato magari il tempo di predisporre un’altra soluzione, meno onerosa per i circa 12mila investitori che hanno visto volatilizzare i propri risparmi: è così? 5 La Banca d’Italia aveva segnalato già il 3 dicembre 2013, in una lettera inviata ai vertici dell’istituto, il gravissimo stato di dissesto di Banca Etruria. Pur tenendo conto che il governatore Visco ha detto che nel 2014 nessuna delle 4 banche ha continuato a vendere obbligazioni subordinate, perché si è perso poi oltre un anno per arrivare al commissariamento della Etruria, disposto solo a febbraio 2015? 6 Sempre in quel dicembre 2013, la Consob impose a Banca Etruria un supplemento al prospetto informativo relativo alle ultime obbligazioni emesse, concedendo però agli investitori la facoltà di revocare l’ordine di acquisto (e quindi di riavere i soldi indietro) solo nelle giornate a cavallo del Natale 2013. Perché non furono diffuse maggiori informazioni su quella nuova disposizione? 7 Le difficoltà che hanno portato gli istituti vicini al crac sono dovute in buona parte ai crediti concessi con 'manica larga' e che non sono stati rimborsati. Molto si è discusso finora degli obbligazionisti, poco - al confronto - di questi debitori. Perché non viene reso pubblico l’elenco di quanti hanno ricevuto finanziamenti che non hanno poi restituito? Ed è sicuro che davvero non fossero in grado di farlo? 8 I crediti in sofferenza dei 4 istituti che sono finiti nella bad banksono stati valutati solo il 17,6% del valore iniziale. Quali sono i soggetti che hanno identificato questi crediti 'dubbi'? E sulla base di quali criteri lo hanno fatto? 9 Se alla fine la nuova bad bank sarà abile a vendere queste 'sofferenze' a un valore superiore rispetto al 17,6%, perché tutto il guadagno andrà soltanto alle banche salvatrici e niente tornerà ai cittadiniclienti? Perché non si è ipotizzata invece una diversa procedura, per ripristinare una corretta redistribuzione dei rischi tra i vari operatori coinvolti, inclusi quindi i titolari di prestiti subordinati alle banche? 10 Qual è il tasso di interesse del prestito delle tre banche finanziatrici (Intesa Sanpaolo, Unicredit e Ubi) che hanno anticipato i soldi messi nel Fondo di risoluzione predisposto per aiutare le 4 nuove banche?
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