giovedì 30 ottobre 2014
​Asserragliati ad 80 metri sotto terra a Lula, in provincia di Nuoro. Da cinque mesi non ricevono lo stipendio e temono di perdere il lavoro.
I nuovi schiavi lavorano nei campi
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​Da questa mattina sette dei 25 dipendenti dell'Igea, la società in house della Regione e titolare delle concessioni minerarie, sono asserragliati in un pozzo a 80 metri di profondità, nella miniera di Sos Enattos a Lula (Nuoro) per richiamare l'attenzione sulla loro condizione: da cinque mesi non ricevono lo stipendio, e aumenta le preoccupazione per il futuro lavorativo e della società. "Dopo mesi di estenuanti trattative senza risposte - dice il sindaco di Lula, Mario Calia, anch'egli dipendente dell'Igea - sette colleghi minatori sono scesi nei pozzi pronti a tutto pur di ricevere qualche risposta: stipendi che non arrivano e prospettive che non ci sono. Ci avevano assicurato che avremmo lavorato alle bonifiche del sito minerario, ma la Regione l'ultimo giorno utile del governo Cappellacci ha affidato i lavori a una società privata. Dunque noi non sappiamo di che morte dobbiamo morire". I minatori prima di calarsi nei pozzi hanno affidato ai colleghi poche parole dicendo di essere pronti ad una protesta ad oltranza. Non usciranno Lula finché la Regione non si pronuncerà sulla vertenza. "Cosa vogliono fare i governanti? Vogliono chiudere o salvarci? - dice ancora il sindaco -. Noi crediamo ci siano le condizioni per andare avanti. Aspettiamo risposte e appena le avremo decideremo il da farsi". Da ieri è iniziata nei vari siti minerari dell'Igea, da Iglesias a Furtei (Medio Campidano) a Lula nel nuorese, la protesta per i lavoratori che hanno proclamato lo sciopero generale. Questa mattina vi è stato anche un blitz a Iglesias negli uffici della Regione che si occupano del settore minerario. Intanto l'assessorato regionale dell'Industria ha convocato un incontro sulla vertenza per il 7 novembre.
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