mercoledì 4 dicembre 2019
Il governo pronto ad aprire un tavolo sul tema dell'inclusione. Le aziende confermano: è ancora difficile promuovere percorsi di inserimento stabili
Il nodo dei posti non coperti
COMMENTA E CONDIVIDI

«Il governo ha a cuore questi temi ed è pronto ad aprire un tavolo sulla disabilità e l’occupabilità delle persone diversamente abili con l’obiettivo di migliorare il loro inserimento lavorativo. Abbiamo messo a disposizione le risorse economiche a sostegno delle persone diversamente abili e delle loro famiglie». Lo ha detto ieri la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, nel corso di una conferenza stampa nella quale è stata presentata una ricerca della Fondazione studi dei consulenti del lavoro sull’Inclusione lavorativa delle persone con disabilità in Italia. Catalfo ha sottolineato in particolare l’importanza di investire in «formazione mirata».

A fronte dei 360mila occupati dichiarati dalle aziende, ci sono 145mila posti di lavoro vacanti. Tanto resta da fare. Nonostante i fondi stanziati. Mancano ancora una banca dati condivisa e le linee guida. Il sistema del collocamento mirato, introdotto 20 anni fa dalla legge n.68/1999, pur rappresentando un prezioso strumento di inclusione lavorativa e sociale delle persone con disabilità, non è più in grado da solo di impedire che questi soggetti si ritrovino confinati ai margini del mercato del lavoro e, quindi, della società. I 360mila lavoratori diversamente abili sono per la maggior parte uomini (58,7% contro il 41,3% delle donne) e concentrati al Nord d’Italia, con la Lombardia che da sola occupa il 21,5% del totale. Un universo in cui il 53,7% degli occupati ha più di 50 anni, il 93,7% ha un contratto a tempo indeterminato, ma ad alta incidenza di part time, soprattutto negli “under 30” (49,3%). Il numero degli iscritti alle liste di collocamento ammonterebbe a 775mila unità e sarebbe in aumento per le difficoltà riscontrate nel promuovere inserimenti stabili. Negli ultimi anni, complice la crisi economica, il sistema si è dimostrato sempre più in affanno e incapace di dare risposta a un’offerta di lavoro che solo nel 30% dei casi riesce a collocarsi.

«Vi è necessità di riequilibrare il versante delle politiche attive – ha dichiarato la presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro, Marina Calderone – con interventi che potenzino l’incrocio tra domanda e offerta, ma prima ancora l’occupabilità delle persone con disabilità e, quindi, la loro formazione. Serve per le aziende un percorso di accompagnamento e assistenza per definire un piano condiviso di inserimento dei lavoratori con disabilità. Tra i protagonisti del mondo del lavoro deve crescere la sensibilità su questo tema con un vero e proprio salto culturale». Dai dati emerge, peraltro, che nell’ultimo decennio circa il 10% degli avviamenti al lavoro tramite collocamento mirato è avvenuto in aziende al di sotto dei 15 dipendenti, non sottoposte quindi all’obbligo di riserva.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: