martedì 17 dicembre 2019
Le vittime sono un 64enne scivolato dal tetto di una fabbrica nel Veronese e un 54enne caduto da un muro alto dieci metri nel foggiano. Furlan (Cisl): mancano controlli, prevenzione e formazione
Non si ferma la scia di infortuni mortali sui luoghi di lavoro

Non si ferma la scia di infortuni mortali sui luoghi di lavoro - Ansa

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La caduta dall'alto è la prima causa di morte in edilizia e anche oggi ha mietuto due vittime. A Oppeano, in provincia di Verona, a perdere la vita è stato un operaio di 64 anni, precipitato dal tetto di un'azienda siderurgica. Per l'uomo non c'è stato nulla da fare e, quando sono arrivati i soccorsi, era già morto. All'ospedale di San Giovanni Rotondo, in provincia di Foggia, è invece spirato un lavoratore di 54 anni, originario del Casertano, caduto da dieci metri d'altezza mentre lavorava alla messa in sicurezza del muro di contenimento di un cantiere.

«Inaccettabile in un Paese civile»

Su questi, ennesimi, infortuni mortali sul lavoro è intervenuta la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan: «È una strage continua ed inaccettabile in un Paese civile. Non è mai una fatalità morire sul lavoro. È perché mancano i controlli, non si fa prevenzione, non si fa la necessaria formazione», ha scritto su Twitter.

«Rivedere le pensioni degli edili»

Sull'età delle vittime, soprattutto quella più anziana, si sofferma il segretario generale della Filca-Cisl, Franco Turri, che chiede al governo di «intervenire sulle pensioni, con norme specifiche per gli edili». Perché, ricorda Turri, non si può morire nei cantieri a 64 anni, «un'età decisamente troppo avanzata per lavorare in altezza, che sia un'impalcatura o il tetto di un edificio».

Subito la patente a punti per le imprese

Ricordando che, nei primi dieci mesi del 2019, le costruzioni hanno avuto 93 lavoratori morti, Turri sollecita le istituzioni a «passare dai buoni propositi ai fatti, investendo sulla sicurezza e introducendo strumenti utili a debellare la piaga degli infortuni, come per esempio la patente a punti e un sistema premiale per le imprese»

Da gennaio, già 391 morti

Dall'inizio dell'anno, i morti sul lavoro sono “catalogati” da Marco Bazzoni, operaio metalmeccanico di Firenze, che ne ha già contati 391, deceduti “in occasione di lavoro”. Di ciascuno ricorda il nome, l'età e la circostanza della morte. Contando anche le vittime degli infortuni “in itinere”, lungo il tragitto casa-lavoro e viceversa, i morti sarebbero più di 900. Una strage infinita.


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