giovedì 28 aprile 2016
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Il muro del Brennero? Rete alta 4 metri e lunga 370 Renzi: è contro le regole europee e contro la storia PASSO DEL BRENNERO Per far sentire il pugno duro sul confine del Brennero, l’Austria ha scelto ieri il volto pacato, ma risoluto del capo della polizia del Tirolo Helmut Tomac. In divisa, spalleggiato da altri quattro colleghi della 'Polizei', si è presentato davanti ai microfoni di tutt’Europa per illustrare i dettagli dell’annunciata 'gestione' dei flussi di migranti al Passo, accogliendo i cronisti in un’ambiente tipico, quasi da stube tirolese. E dopo aver proiettato il nuovo rendering dell’area di ' Grenzkontroll' (per i controlli di confine), Tomac ha voluto chiarire subito che «non ci sarà nessun filo spinato, ma una normale rete di 370 metri, alta 4 metri, e soltanto se sarà resa necessaria da un massiccio afflusso di migrant». Se Roma non consentirà ai poliziotti austriaci di salire sui treni già in Italia per fare i loro controlli contro l’ingresso di migranti, la frontiera sarà blindata. Niente muri o barriere, ma le spiegazioni del comandante austriaco fanno prevedere che al Brennero fra qualche settimana non si passerà come si passa oggi: saranno schierati in modo permanente 250 poliziotti («e se serve anche militari», ha precisato Tomac), tutto il traffico veicolare sarà costretto ad una velocità non superiore ai 30 km all’ora, si creeranno quattro corsie d’accesso. Da una parte i Tir e i camion («per non penalizzare il traffico delle merci – ha aggiunto – per questo è nostro interesse collaborare con l’Italia»), dall’altra le automobili e le motociclette. Tutti i veicoli 'sospetti' saranno deviati sul bordo strada nei due prefabbricati a due piani che saranno adibiti al controllo di eventuali migranti. Ma l’elemento più sorprendente della conferenza stampa è stata la decisione di voler provvedere a un controllo preventivo sui treni e nei veicoli, ancora a Fortezza o a Vipiteno, le stazioni più a Nord dell’Alto Adige, d’intesa con le autorità italiane. Ma su questo non c’è il minimo accordo, come ha confermato ieri un vertice fra i rappresentanti della Questura bolzanina e i funzionari del Ministero degli Interni austriaco. «Dipende dall’Italia l’allestimento della rete e dei controlli al Brennero», ha osservato Tolmac, chiamando in causa il governo italiano. Pronta la risposta del ministro degli Interni Angelino Alfano che ha già convocato per oggi a Roma il neoministro degli interni austriaco Wofgang Sobotka per parlare di questa collaborazione difficile. Il governo italiano non condivide infatti il giro di vite austriaco: il premier Matteo Renzi, ripetendo il monito lanciato lunedì ad Hannover, ha detto che «l’ipotesi di chiudere il Brennero è sfacciatamente contro le regole europee, oltre che contro la storia, contro la logica e contro il futuro». Che il governo non consentirà controlli sul territorio italiano alle autorità austriache lo ha ribadito il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, che intervistata da Lilli Gruber ha risposto «assolutamente no». E Alfano ieri ha ribadito che «ogni scelta unilaterale sulla libera circolazione è contraria a regole europee». «Ma in questo caso – ha aggiunto il titolare del Viminale – ci troviamo davanti a una cosa inaccettabile perché non solo è contro le regole, ma è anche contro la logica e il buonsenso, perché siamo al minimo storico in questo momento nei flussi di attraversamento tra Austria e Italia. In questa situazione il nostro compito è convincere i nostri partner austriaci dell’insensatezza dei loro comportamenti». Mentre il ministero degli Esteri Paolo Gentiloni ha dichiarato in un’intervista al giornale austriaco 'Die Presse': «L’Unione europea ha delle regole che vanno rispettate: la chiusura di confini all’interno dello spazio Schengen non può essere decisa da singoli Stati. Confidiamo che Vienna non prenderà decisioni unilaterali nei prossimi mesi. E che l’Austria continuerà a collaborare strettamente con noi nella crisi dei profughi». La presentazione del ' Grenzmanagement' (la gestione del confine), che ha suscitato commenti preoccupati anche nelle forze politiche ed economiche del Trentino Alto Adige, ha insistito sulle cifre: l’Austria vuole rimanere ferma sul tetto dei 37.500 richiedenti asilo previsti per il 2016, ma ora secondo la polizia austriaca si prevedono da 400 a 500 arrivi al giorno. Cifre contestate al di qua del Brennero. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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