venerdì 3 maggio 2019
L'idea di sostenere la candidatura di queste due lingue a patrimonio immateriale dell'umanità arriva dal campus mondiale dell'umanesimo in corso a Frascati
Latino e greco antidoto ai nazionalismi siano riconosciute dall'Unesco
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Altro che "lingue morte", greco e latino possono aiutare contro i nazionalismi sfrenati e dunque debbono essere candidate a diventare patrimonio immateriale dell'umanità, il riconoscimento dell'Unesco. Questa la proposta con cui si è aperta la tre giorni dal titolo Communis Hereditas che l’Accademia Vivarium Novum, campus mondiale dell’umanesimo con sede a Frascati, ha organizzato proprio nel comune della provincia di Roma. «Il latino e il greco, la cultura in generale, sono strumenti senza i quali non può esserci una vera pace, per questo devono essere riconosciuti come patrimonio immateriale dell’umanità da parte dell’Unesco», perciò è l'idea avanzata dai responsabili dell'evento che si conclude oggi.

«Sono considerati beni immateriali dell’Unesco l’arte di fare la pizza e il caffè, ma finora non sono stati riconosciuti il latino e il greco», ricorda Luigi Miraglia, direttore dell'accademia Vivarium Novum. Secondo il professore, l'aspetto più importante è che il latino è una lingua che non appartiene a nessuna etnia, a nessun popolo in particolare, ma che supera lo spazio e il tempo. «I nazionalismi sfrenati hanno fatto abbandonare quella che considero la più bella invenzione del mondo - perciò conclude - una lingua unica, capace di superare i confini dell’Occidente». Ora anche gli umanisti provenienti da Spagna, Francia, Gran Bretagna e Bulgaria si stanno impegnando per coinvolgere su questa proposta i rispettivi governi, affinché sostengano la richiesta di riconoscere le due lingue come patrimonio immateriale dell’umanità dell’Unesco.

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