martedì 23 giugno 2015
Se ne va il renziano Improta. Scorta a Orfini: nelle intercettazioni minacce dai clan. Il sindaco: avanti, cambiamo noi la città. Il suo futuro legato alla relazione di Gabrielli sulle infiltrazioni.
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La morsa intorno a Marino si stringe ogni ora di più. La 'botta' di ieri sono le dimissioni di Lorenzo Improta, assessore renziano ai Trasporti. Questione di giorni se non di ore e il suo addio sarà formalizzato. Un segno di chiara sfiducia verso l’amministrazione in carica anche se, specifica Improta, «ho deciso io e non il premier». Un altro pezzo da novanta della giunta, la titolare del Bilancio Silvia Scozzese, è pronta a lasciare ma per ora morde il freno per evitare che gli eventi precipitino troppo in fretta. A fronte di questo assedio, Marino insiste in una resistenza a oltranza. Ieri ha convocato un vertice di maggioranza durante il quale ha provato a suonare la carica: «Dobbiamo andare avanti e terminare un lavoro epocale. Non potevamo risolvere tutto in pochi mesi, ma abbiamo messo le fondamenta. Vi chiedo di lavorare tutti di più, come una squadra e con il sorriso. La mia poltrona è scomoda ma nel 2023 restituiremo una Roma migliore».Un summit che però ottiene solo lo scopo di congelare la situazione, non di sbloccarla. D’altra parte, come ricordato domenica dal ministro Maria Elena Boschi, il bivio arriverà quando il prefetto Franco Gabrielli consegnerà al ministro dell’Interno la relazione nel quale dirà se ci sono o meno gli estremi per lo scioglimento del Consiglio comunale (la decisione però è politica e spetta al Consiglio dei ministri). Le carte al ministero dell’Interno arriveranno quasi a fine luglio. Se constateranno un’infiltrazione criminale fuori controllo, salirà il pressing su Marino perché si dimetta e non costringa il Cdm a sciogliere il Consiglio comunale della Capitale a pochi mesi dall’inizio del Giubileo straordinario. Se invece Renzi e Alfano non ravviseranno gli estremi per lo scioglimento, potrebbero, come auspica il commissario del Pd romano Matteo Orfini, procedere a un rimpasto. Tra l’altro ieri Gabrielli ha smentito indiscrezioni di stampa che lo descrivevano poco propenso a commissariare la città. Proprio Orfini ieri è stato al centro di notizie allarmanti provenienti da procura, prefettura e Viminale. Per il presidente dell’Assemblea nazionale democratica è stata disposta una 'tutela di quarto livello', vale a dire la presenza di una persona armata al suo seguito. In alcune conversazioni tra esponenti dei clan di Ostia, intercettate dagli inquirenti, il nome di Orfini ricorreva oltre i livelli fisiologici. Insomma, i toni nei suoi confronti iniziavano ad essere minacciosi. Il fatto ha convinto la prefettura ad aumentare la sicurezza del deputato Pd per «eccessiva esposizione». A Orfini è arrivata la solidarietà dell’intero Partito democratico, di Marino, del presidente della regione Lazio Zingaretti e anche di esponenti delle opposizioni.Le vicende romane si accavallano l’una all’altra. Il Pd cittadino è nel caos. La relazione di Fabrizio Barca sui «circoli dannosi» ha trovato fiera opposizione in Patrizia Prestipino, segretaria renziana dei democratici dell’Eur. «Voglio un confronto con Barca alla Festa dell’Unità, questa è una lista di proscrizione. Ci hanno pugnalati, non sanno cosa siamo disposti a fare», minaccia. Prestipino fa capire senza mezzi termini di essere stata punita in quanto renziana. Intanto il prossimo problema di Marino è trovare il nuovo assessore ai Trasporti. Sarà difficile trovare un nome di prestigio che si spenda in questa situazione. «Sono stati due anni bellissimi ma molto faticosi – si congeda Improta –. Ho lasciato meno problemi di quanti ne ho trovati. Lunedì spero di essere all’inaugurazione delle nuove stazioni della metro C, forse da privato cittadino».
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