mercoledì 11 febbraio 2015
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Tra i profughi arrivati in questi mesi in Italia ci sono anche tanti ragazzini, che rientrano nelle statistiche dei "minori non accompagnati". Per loro la strada dell'affido a una famiglia italiana è tortuosa e complicata. Con delle eccezioni, come dimostra la storia di Saydoun, 17 anni, arrivato dal Senegal in Italia come tanti altri profughi sub sahariani, recuperato da una nave dell'operazione Mare Nostrum lo scorso gennaio nel Canale di Sicilia. Mare Nostrum lo scorso gennaio nel Canale di Sicilia.  Ospitato in un centro d accoglienza di Messina, il giovane l'estate scorsa ha incontrato Lillo e Piera Maggiore, due sposi di Lampedusa con due figlie che studiano nel continente, che hanno dovuto lottare a lungo per sbloccare la richiesta di affido familiare. Saydoun ogni settimana sente la sua famiglia d'origine in Senegal, frequenta la scuola, gioca a pallone nella squadra locale  e si è integrato nella comunità lampedusana.Lillo Maggiore rivolge un appello alle istituzioni, affinché gli affidi dei minori non accompagnati che arrivano in Italia siano resi più semplici: "Questi ragazzi, fragili e deboli come sono, sono facili prede della criminalità organizzata. Dandoli alle famiglie trovano quell'affetto familiare che non possono trovare nei centri d'accoglienza e nelle comunità".A Lampedusa esiste un progetto dell'associazione Aibi, chimato "Bambini in alto mare", che ha l'obiettivo di rafforzare il sistema dell'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati e delle mamme sole con bambini, prevedendo sia piccole comunità per minori, che servizi educativi di accompagnamento e di sostegno psicologico.
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