martedì 8 ottobre 2019
A un giorno dalla tragedia in mare la benedizione del cardinale Montenegro. L'angoscia del parroco di Lampedusa. La testimonianza di un superstite che ha cercato di salvare la neonata senza riuscirvi
Sul molo di Lampedusa si allineano le bare per le vittime del naufragio (Ansa)

Sul molo di Lampedusa si allineano le bare per le vittime del naufragio (Ansa)

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"L'ho afferrato per cercare di riportalo a galla, ma un altro migrante si è aggrappato ai miei pantaloni e mi stava portando a fondo. Ho dovuto lasciarlo per sopravvivere". A un giorno dalla tragedia in mare Wissen, un ragazzo tunisino di 19 anni, ha raccontato a pm e investigatori come nella notte tra domenica e lunedì abbia tentato non riuscendoci di salvare la piccola di 8 mesi che era sul barcone che si è capovolto non lontano dalle coste di Lampedusa.

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Il ragazzo ha raccontato di essere caduto in acqua e quando ha aperto gli occhi ha visto la bimba che stava affogando. Così ha cercato di afferrarla per salvarla ma subito dopo un altro naufrago si è aggrappato a lui e lo ha tirato a fondo. "Per liberarmi mi sono dovuto sfilare i pantaloni. Ed ho dovuto lasciare la piccola".

L'arcivescovo di Agrigento, il cardinale Francesco Montenegro ha benedetto questa mattina le tredici bare delle persone morte in mare non lontano dalle coste di Lampedusa. Il porporato era sull'isola per rendere omaggio alle vittime del naufragio e pregare per loro.
Le ricerche dei dispersi intanto proseguono con difficoltà, tra una pioggia intermittente, il forte vento di maestrale e il mare agitato,. Al momento sono state recuperati i corpi di 13 donne. Tra le vittime «anche 8 bambini... Non sorge il sole a Lampedusa» ha commentato con angoscia il parroco dell'isola di
Lampedusa, don Carmelo La Magra.

Sarebbero però 4 i minori dispersi nel naufragio avvenuto nella notte tra domenica e lunedì a Lampedusa e non 8 come era emerso in un primo momento. È quanto avrebbero accertato gli inquirenti che stanno portando avanti l'indagine dopo la strage in mare. Sono stati ascoltati diversi sopravvissuti della strage, e dalle testimonianze è emerso che mancherebbero all'appello il piccolo di 8 mesi che viaggiava con la mamma, un altro bimbo di 2 anni e due ragazze adolescenti.
Secondo il racconto di chi era a bordo, dalla Tunisia sarebbero partiti in 52 su una barca di non più di 10 metri di lunghezza: 38 persone provenienti dalla area subsahariana, in particolare da Costa d'Avorio, Guinea e Camerun, saliti sul barcone in Libia, e 14 tunisini, che invece si sono imbarcati a Sfax. Ci sarebbero quindi 17 migranti dispersi e tra loro, secondo quanto avrebbero accertato gli inquirenti, ci sarebbe anche lo scafista.
Il procuratore aggiunto di Agrigento Salvatore Vella e gli uomini della squadra mobile stanno continuando a sentire i sopravvissuti per ricostruire ulteriormente la dinamica del naufragio e, soprattutto, di individuare in Tunisia e Libia gli eventuali complici di chi ha organizzato la traversata. Agli atti dell'indagine ci sono anche le immagini girate dai migranti a bordo del barcone prima che avvenisse la tragedia: foto e video dai quali emergerebbe che al momento della partenza le condizioni del mare erano buone.
"Al momento stiamo cercando riscontri - fanno sapere investigatori e inquirenti - sia sulle testimonianze sia su alcuni dettagli che riguardano il viaggio: da chiarire la città libica di partenza sia lo stop sulle coste tunisine". A bordo - sulla barca di non più di dieci metri - erano almeno cinquanta: i neri stavano sotto - secondo il racconto dei superstiti - e i tunisini stavano sopra. Questi ultimi sarebbero saliti a bordo durante una sosta sulle coste tunisine: "Un evento strano su cui si stanno cercando ulteriori riscontri e accertamenti".

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