lunedì 3 ottobre 2016
Angelo, il poliziotto che con i social dà un nome alle vittime del mare
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​Usare i social network per dare un nome alle vittime del mare e delle migrazioni. Un'intuizione che ha portato Angelo Milazzo, ispettore di polizia della procura di Siracusa, è riuscito a ricomporre le identità di 21 persone, morte nel Mediterraneo nel tentativo di arrivare in Europa. Tutto ha inizio - racconta l'agenzia di stampa Redattore sociale - il 24 agosto del 2014 quando avviene uno dei tanti naufragi a largo delle coste italiane. Vengono recuperati 24 corpi. Angelo Milazzo, che lavora presso la procura di Siracusa nel gruppo creato per il contrasto all'immigrazione clandestina decide di provare a capire a chi appartengono, quali storie portano con sé quei poveri resti. Ma come entrare in contatto con le famiglie delle vittime che vivono sull'altra sponda del Mediterraneo? "Avevo visto online diverse pagine Facebook di famiglie di siriani che stavano cercando le persone disperse in mare. Spesso pubblicavano liste con i nomi e le foto - ha spiegato Milazzo durante la conferenza di presentazione del progetto europeo Mediterranean missing -. Così ho pensato che contattarli poteva essere un buon modo per riuscire a capire se conoscessero qualcuna delle vittime. Ho chiesto ai miei superiori se mi autorizzavano l'apertura di una pagina Facebook, dopo il sì ho iniziato a lavorare e a stabilire i primi contatti". "Alla fine ci siamo ritrovati con una marea di schede dettagliate sui dispersi - racconta -. E grazie all'aiuto di un interprete siamo riusciti a fare un primo screening. Nel tempo siamo riusciti a ritrovare anche persone disperse da altri naufragi". Del naufragio del 24 agosto sono stati identificati 21 corpi su 24. Ne restano soltanto 3 senza nome: due siriani e una donna eritrea.
Il lavoro di Angelo Milazzo con i social network è stato studiato dal gruppo di lavoro dell'Università di York che sta portando avanti il progetto Mediterranean missing. Ed è stato valutato come "buona pratica"
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