mercoledì 30 ottobre 2019
Il ministro dell'Interno a margine dell'audizione alla Commissione Antimafia ha detto che «certamente» i testi saranno cambiati, visti i rilievi mossi dal Quirinale al momento di promulgare la legge
Lamorgese: decreti sicurezza, sì a modifiche entro l’anno
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«Penso di sì». Così il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese ha risposto a margine dell'audizione in Commissione antimafia a chi gli chiedeva se i decreti sicurezza del governo gialloverde verranno modificati entro la fine dell'anno. «C'è stato un intervento del Capo dello Stato - ha detto il ministro - quindi noi certamente faremo delle modifiche» in modo da «rendere conforme» il testo «alle osservazioni che sono arrivate dal Quirinale». Secondo la titolare del Viminale «nel giro di poco si affronterà il problema». Sulla richiesta del Pd di modificare il memorandum con la Libia Lamorgese ha sottolineato che «è una questione di scelte di carattere politico che si farà a livello governativo e del presidente del Consiglio».

Le richieste del Quirinale e delle Caritas

Proprio sul tema del decreto sicurezza, in un’inchiesta di oggi su “Avvenire” le Caritas diocesane hanno chiesto al Viminale alcune modifiche. Ripristinare il permesso di soggiorno per motivi umanitari, o qualcosa di analogo, consentire la registrazione anagrafica anche ai richiedenti asilo, riordinare il sistema di accoglienza, attualmente devastato dai tagli e dalla riduzione dei servizi per l’integrazione, le principali richieste. Già all’atto della promulgazione della legge, nell’agosto scorso, il capo dello Stato, come ha ricordato Lamorgese, aveva espresso alcune perplessità riguardanti due profili: la proporzionalità delle sanzioni alle navi che violano il divieto di ingresso nella acque territoriali (alle quali per ipotesi potrebbe arrivare un’ammenda di un milione di euro anche se si tratta di una barca a vela che abbia salvato un solo naufrago)e sulla questione della non applicabilità della causa di non punibilità per tenuità del fatto in caso di resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale.

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