martedì 14 febbraio 2023
Ci sono forti vincoli pure nel trattamento meno restrittivo, per questo contestato sui siti dell’anarchia
L'alternativa dell'alta sicurezza
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Se fosse revocato il 41-bis ad Alfredo Cospito, il leader anarchico della federazione anarchica Fai-Fri rientrerebbe nel circuito carcerario dell’Alta sicurezza, nello specifico quello denominato As2, destinato agli esponenti dei gruppi terroristici (As1 è per i mafiosi, As2 per i narcotrafficanti). Il circuito dove è sempre stato dal 14 settembre 2012, quando venne arrestato a Torino per la “gambizzazione” dell’ad di Ansaldo nucleare, Roberto Adinolfi, avvenuta il 7 maggio dello stesso anno. Il 41-bis venne deciso il 4 maggio dello scorso anno dall’allora ministro della Giustizia, Marta Cartabia.

Solo dopo 5 mesi, il 21 ottobre, Cospito annuncia l’inizio dello sciopero della fame, contro il 41-bis, spiegando che chiede la sua abrogazione, non solo per sé. Se ora la Cassazione, il Tribunale del riesame o il ministro Nordio, revocassero il “carcere duro”, l’anarchico tornerebbe al “vecchio” circuito As2, contro il quale però ha inscenato lo sciopero della fame già due volte nel 2016 e nel 2019, in particolare perché gli era stata applicata la censura sulla corrispondenza.

Episodi non citati in queste settimane, ma esemplificativi delle modalità di protesta degli anarchici in carcere. Il primo sciopero della fame venne attuato dal 3 al 13 maggio 2016, nel mirino la censura che, si legge su un sito anarchico, “in questi mesi si è gravemente inasprita”. L’occasione è l’inchiesta “Scripta manent”, la principale contro la Fai-Fri, che si è conclusa definitivamente il 6 luglio 2022 con la condanna a 30 mesi per Cospito. Il secondo sciopero venne portato avanti dal 29 maggio al 26 giugno 2019, assieme ad altri anarchici in varie carceri. La protesta è proprio contro le sezioni As2, delle quali si chiede la chiusura. In particolare quella dell’Aquila, che avrebbe “condizioni carcerarie equiparabili a quelle della detenzione in regime di 41-bis”. Una “sfida - si legge sempre su un sito anarchico - contro il sistema carcere, contro la differenziazione che annichilisce la forza che i detenuti potrebbero esprimere”.

Dunque contro il 41bis, ma anche contro l’As2. Uno sciopero nel corso del quale, come comunicato da lui stesso, «ha perso ormai ben 15 chili, ma dice che sta benino e che ha cominciato a prendere zuccheri. Ribadisce che non porrà fine allo sciopero finché non smetteranno le due compagne nel carcere di L’Aquila». In quei giorni Cospito fa uscire dal carcere di Ferrara una lunga lettere intitolata “Contributo per l’assemblea del 9 giugno 2019 a Bologna”. Afferma la sua “ferma convinzione che la “rivoluzione” (parola altisonante) la può fare solo chi ha il “diavolo in corpo”.

E chi ha il “diavolo in corpo” non ha paura della parola “terrorismo” perché desidera con tutte le sue forze che i potenti vivano nel terrore almeno quanto le loro vittime, i “dannati della terra”. E poi quasi anticipa quanto gli accadrà tre anni dopo: “È per questo che non voglio edulcorare dal mio vocabolario questa parola, non sarà certo il codice penale con le sue condanne o la minaccia della “spada di Damocle” del 41-bis sospesa sopra la mia testa a farmi cambiare idea, e a farmi tacere”. Un documento molto duro. Ma solo a settembre 2021 scatta la censura per la corrispondenza, fino a dicembre, poi prorogata a marzo 2022 e quindi a giugno. A maggio intanto scatta il 41-bis. Basterà ora, per far interrompere lo sciopero della fame, revocare solo questo regime?

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