mercoledì 20 novembre 2019
Esponenti del mondo della ricerca, con associazioni e soggetti della società civile, hanno dato vita a una realtà per promuovere politiche per la natalità. Un documento sulla Legge di Bilancio 2020
"Congedi di maternità, troppe discriminazioni"
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L’indennità di maternità dovrebbe essere un diritto per tutte le donne, purtroppo in Italia le lavoratrici autonome e chi ha contratti a tempo determinato sono pesantemente discriminate rispetto a chi ha un rapporto di lavoro dipendente stabile. Con un mercato del lavoro molto più fluido e frammentato di un tempo, oggi la maggioranza delle donne italiane in età feconda non ha praticamente tutele in caso di maternità. Per questo è urgente intervenire.

A sostenerlo è l’«Alleanza per l’infanzia», realtà che si è costituita in questi giorni per iniziativa di alcuni esponenti del mondo della ricerca insieme ad associazioni e soggetti della società civile. Il primo intervento dell’Alleanza è un’analisi della Manovra alla luce delle politiche di sostegno alle nascite. Il punto che riguarda l’indennità di maternità tocca un aspetto di cui si parla poco, ma che nega un diritto che dovrebbe essere universale. La proposta è di introdurre una 'indennità di maternità minima' di 5 mesi, pari a 1,5 volte l’assegno sociale, per tutte le mamme, e di consentire la cumulabilità dei versamenti e delle indennità maturate su più casse previdenziali, oltre ad estendere il congedo di 10/11 mesi a tutte le tipologie di lavoratori e lavoratrici, da suddividere tra i due genitori.

La necessità di rendere universali i trattamenti riservati solo ad alcune categorie riguarda anche gli assegni familiari: l’Alleanza appoggia la soluzione dell’assegno unificato per i figli prevista dall’articolo 42 della Legge di Bilancio, ma suggerisce che, come proposto dal ddl Delrio, diventi una misura universale, quantomeno fino ai 18 anni, e soprattutto strutturale e stabile, non una tantum. Quanto al nuovo 'bonus nido', che mira a rendere gratuito il servizio a chi già ne beneficia, il documento consiglia piuttosto di ampliare l’offerta sul territorio di servizi pubblici e convenzionati di qualità, dato che il 75% delle famiglie ne è esclusa.

L’Alleanza per l’infanzia (aperta alle adesioni) riunisce alcuni degli studiosi più noti tra chi si occupa di demografia e politiche per la natalità, come Alessandro Rosina dell’Università Cattolica, Chiara Saraceno e Daniela Del Boca del Collegio Carlo Alberto di Torino, Letizia Mencarini della Bocconi. Tra le associazioni, Save The Children, Cittadinanza Attiva, Sbilanciamoci, Cgil, Cisl, e Uil. «In Italia nascono pochi bambini e bambine – si legge nel "manifesto" di presentazione – . Le cause non vanno cercate tanto in un calo del desiderio di avere figli, ma soprattutto nelle difficoltà crescenti che incontrano coloro che vorrebbero averne o che ne hanno già».

L’intenzione dell’Alleanza per l’infanzia è fare in modo che gli approcci condivisi in modo trasversale sulle politiche per l’infanzia e la natalità siano riconosciuti e tradotti dalla politica con provvedimenti solidi e non con misure estemporanee, come fatto per anni.

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