mercoledì 1 agosto 2018
Coldiretti Puglia lancia l'allarme: situazione insostenibile. Le mafie dietro i furti continui di raccolti, animali, trattori. Appello al ministro dell'Interno
(Archivio Ansa)

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L’agricoltura pugliese sotto scacco della criminalità. Ormai non si contano più i furti di ulivi secolari, che vengono letteralmente spiantati o tagliati. L’ultimo episodio è avvenuto in un fondo olivicolo di Giovinazzo, a nord di Bari, dove sono stati rubati monumentali e robusti alberi di oltre 300 anni. L’imprenditrice danneggiata ha sporto regolare denuncia ai carabinieri.

La recrudescenza di un fenomeno criminoso così atavico e inquietante continua a mettere a dura prova imprenditori agricoli e contadini, che vedono spesso oltraggiato e condizionato il duro lavoro della terra. La Coldiretti Puglia scende in campo e lancia l’operazione "Campagne sicure". Durante la riunione con il governatore della Regione Puglia Michele Emiliano e l’assessore all’agricoltura Leonardo Di Gioia, è emersa la necessità di potenziare la presenza della Polizia per meglio presidiare il territorio rurale, senza peraltro escludere l’intervento dell’esercito. Le attività di controllo e prevenzione dovranno essere pianificate con il ministro dell’Interno Matteo Salvini e con il ministro dell’agricoltura Gian Marco Centinaio, ai quali è stato chiesto un incontro urgente.

Il diffondersi della micro e macro-criminalità nell’area pugliese, secondo la Coldiretti, è divenuto pressante e pericoloso anche per via delle infiltrazioni mafiose che si appropriano di vasti comparti dell’agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo il libero mercato legale e soffocando l’imprenditoria onesta, oltre a compromettere in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti. Malviventi senza scrupoli rubano con intimidazioni e minacce anche trattori, falciatrici e altri mezzi agricoli, olive e mandorle, gasolio, rame e persino animali ricorrendo all’estorsione.

Saccheggiate numerose masserie che rappresentano un bene prezioso per quanti svolgono quotidianamente con fatica e sudore l’attività di una vita intera. Si registra un’impennata di fenomeni criminosi che colpiscono e indeboliscono l’intero settore. Ormai non si tratta più di semplici ladri ma di organizzazioni malavitose che si rendono protagoniste di raid capaci di mettere in ginocchio le aziende, specie se di dimensioni medie o piccole.

«Siamo molto preoccupati per le condizioni di lavoro e di vita nelle campagne, dove i nostri agricoltori sopportano loro malgrado una quotidianità da far west, fatta di furti di prodotti, di alberi e attrezzature agricole, di racket e abigeato – sottolinea Gianni Cantele, presidente di Coldiretti Puglia –. C’è un diffuso allarme anche per quanto avverrà nelle province di Bari, Barletta-Andria-Trani e Foggia durante i prossimi mesi per i quantitativi di olive che si potranno raccogliere, già ridotti all’osso dalle gelate, e che varranno tanto da diventare bottino ambito di bande criminali italiane e straniere».

Non sembra esserci davvero pace nelle campagne continuamente depredate. «Assistiamo alla "stagionalità" delle attività criminose – aggiunge Angelo Corsetti, direttore di Coldiretti Puglia – perché squadre ben organizzate rubano l’uva da tavola da agosto ad ottobre, le mandorle a settembre, le ciliegie a maggio, tagliano i ceppi dell’uva da vino a marzo-aprile, sottraggono forzatamente le olive da ottobre a dicembre, gli ortaggi tutto l’anno, tagliano gli ulivi secolari perché qualcuno evidentemente li ricerca per abbellire le ville. I furti sono praticamente giornalieri tanto da aver spinto alcuni agricoltori ad organizzarsi con ronde notturne e diurne. Non possiamo permetterci che continui ad essere messa a repentaglio l’incolumità dei nostri produttori».

Per questo è indispensabile anche abbattere il muro dell’omertà: è già in atto un’importante opera di sensibilizzazione degli agricoltori affinché denuncino gli episodi vandalici e violenti, anche mantenendo l’anonimato.

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