mercoledì 16 luglio 2014
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​Per evitare rischi e arrivare prima in territorio italiano i libici che organizzano i viaggi dei migranti adotterebbero un modus operandi, ormai collaudato, che consiste nel chiedere soccorso in mare con un telefono satellitare dopo aver simulato un guasto al motore. A rivelarlo agli investigatori è stata una donna eritrea che ha raccontato di aver visto morire tre suoi compagni di viaggio. Stando a quanto dichiarato dai testimoni, ogni migrante ha pagato in media 1.500 dollari per un totale di oltre 700 mila dollari, che sono andati quasi tutti agli organizzatori, mentre agli scafisti, come loro stessi hanno riferito, sarebbero andati 5 mila dollari.    "Tale strategia - ha detto la testimone - consente di giungere sul territorio italiano sulle unità di soccorso, per cui il viaggio risulta di minore durata e non comporta particolari rischi per i passeggeri". Secondo quanto accertato dagli investigatori della squadra mobile di Ragusa, tutti e 470 migranti si trovavano nello stesso capannone, in Libia, e quando è venuto il momento di partire sono stati svegliati e fatti salire su furgoni fino ad una piccola spiaggia dalla quale, a piedi, uomini, donne e bambini dopo aver camminato per qualche chilometro hanno raggiunto piccole imbarcazioni che li hanno poi caricati su due gommoni e un peschereccio in legno.
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