mercoledì 23 dicembre 2020
Via libera della Conferenza unificata. Si comincia con il 50% degli studenti delle superiori in presenza, con l'obiettivo di arrivare al 75%
Il 7 gennaio le aule torneranno ad animarsi

Il 7 gennaio le aule torneranno ad animarsi - Ansa

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Via libera al rientro in classe, dal 7 gennaio, anche per gli studenti delle scuole superiori. Si comincerà con il 50% degli alunni per poi salire gradualmente, nelle settimane successive, fino al 75%. Questi i termini dell’intesa, raggiunta nel pomeriggio, in Conferenza unificata, tra Regioni, Comuni, Province e Governo, che hanno concordato le linee guida per la ripartenza della didattica in presenza e in sicurezza.
La ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, si è detta «felice» per l’intesa raggiunta: «Studentesse e studenti delle scuole secondarie finalmente potranno tornare a scuola. Ce lo avevano chiesto. È giusto che possano farlo grazie all’impegno di tutte le istituzioni coinvolte», ha esultato su Twitter.

Più tracciamento e trasporto locale

L’accordo prevede un rafforzamento del sistema di tracciamento per gli studenti, ulteriore scaglionamento degli orari di scuole, uffici e negozi e il potenziamento del trasporto locale. Durante l’incontro, la stessa ministra ha chiesto «massima collaborazione e l’impegno ad evitare nuove chiusure». Nel testo, inoltre, la sospensione dell’attività didattica in presenza diventa eventualità solo «residuale». Anche il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nel pomeriggio, aveva «raccomandato un’apertura differenziata scuola per scuola, paese per paese. Nel segno della flessibilità: è l’unica possibilità che abbiamo per evitare criticità che si concentrano anche sui trasporti», ha ricordato il premier. «Sulla scuola abbiamo tutti una responsabilità collettiva e l’intesa raggiunta è un bell’esempio di leale collaborazione su un tema che sta a cuore al Paese intero», ha dichiarato il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia, al termine del vertice con gli enti locali.

«Punto di partenza promettente»

Per il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, «il rientro al 50% è un punto di partenza positivo e promettente, con la speranza e l’auspicio di veder crescere questa percentuale, sulla base di uno stretto controllo della curva epidemiologica». Nelle linee guida, aggiunge Bonaccini «si punta, attraverso un’attività di collaborazione con i prefetti, a una rimodulazione dell’orario di entrata e uscita delle scuole secondarie di secondo grado, che consenta una riprogrammazione dei servizi di trasporto pubblico locale e regionale in un’ottica di sicurezza e sostenibilità».
Soddisfazione per la ripresa della scuola in presenza, è espressa dal presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro. La riapertura, si legge in una nota «è un bene per tutti e senza distinzioni. Lavoriamo per assicurare le migliori condizioni possibili e per garantire sicurezza ai ragazzi e tranquillità alle famiglie», conclude Decaro.
Di «intesa positiva» parla anche il presidente dell’Upi, Michele de Pascale, secondo cui la riapertura «è un risultato importante», da gestire ora «con equilibrio, gradualità e in piena sicurezza». «Siamo tutti impegnati per restituire ai ragazzi, alle loro famiglie e al mondo della scuola, la normalità – aggiunge de Pascale –. Riaprendo con gradualità potremo garantire stabilità alle misure da prendere fino a quando potremo finalmente far tornare tutti i ragazzi in classe tutti i giorni. Obiettivo su cui siamo tutti impegnati».

«Disagi e confusione»

Traguardo che la segretaria generale della Cisl Scuola, Maddalena Gissi, vede però ancora abbastanza lontano. «Gli alunni della secondaria frequenteranno le loro scuole solo se ci saranno i mezzi di trasporto e le condizioni organizzative utili per lo svolgimento delle attività», avverte la dirigente sindacale. «Sicuramente il disagio sarà molto elevato, tra turni lunghi e rientri in serata – aggiunge Gissi –. A tutto questo si aggiungeranno le mille complicazioni per le diversità di indirizzo o per l’assenza di mense. A metà anno scolastico e senza organico aggiuntivo, sarà molto più complicato trovare le soluzioni giuste», sottolinea, senza fare sconti alla gestione ministeriale dell’emergenza: «Se c’è un aspetto di gestione che ricorderemo tutti alla fine della pandemia, è la confusione prodotta».
Un giudizio positivo sull’intesa è, infine, espresso dal presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, che considera la soglia del 50% di alunni in presenza una «misura di ragionevolezza». Giannelli ritiene poi necessario uno screening della popolazione studentesca, in merito al quale le Regioni e le Province autonome stanno elaborando un piano.

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