mercoledì 29 marzo 2017
Una ricerca internazionale effettuata su 20 Paesi industrializzati, evidenzia che i risultati conseguiti dai 15enni non sono influenzati dalle condizioni socio-economiche delle famiglie d'origine
La scuola italiana riduce le distanze sociali
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Almeno per una volta, non siamo gli ultimi della classe. Anzi, rispetto ad altri Paesi industrializzati, l’Italia ha un sistema scolastico maggiormente inclusivo e capace di annullare le differenze sociali tra gli studenti. Lo dicono i dati di un’indagine Ocse, realizzata confrontando i risultati delle indagini Pisa sulle competenze in Lettura e Matematica, con quelli conseguiti dalla popolazione adulta, (programma Piaac per i 25-28enni). Per quanto riguarda i 15enni, l’indice elaborato dall’Ocse per misurare il divario di competenze tra studenti più o meno avvantaggiati (i parametri sono avere almeno un genitore laureato e oltre cento libri in casa), indica per l’Italia un livello di 0,45 rispetto a una media di 0,48. Il divario sale con l’età e, per i soggetti di 27 anni, si attesta a 0,67 per l’Italia rispetto a una media Ocse di 0,61. Le differenze di prestazione crescono comunque in tutti i 20 Paesi oggetto di indagini all’aumentare dell’età, con le uniche eccezioni di Canada, Stati Uniti e Corea.

«Continuare a puntare sulla scuola»

«Questa è una buona notizia per la scuola italiana e per il Paese – commenta il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova, presidente della Cei e dei vescovi europei – perchè a volte sembra che dobbiamo essere sempre gli ultimi della classe: pare che non sia così, anche con questo riconoscimento. Sulla scuola – prosegue il cardinale – bisogna puntare sempre di più perchè sempre di più si rivela la necessità di un’educazione integrale, una formazione sempre più completa nella collaborazione e nell’alleanza tra famiglia, scuola e, io aggiungo, comunità cristiana per i credenti, perchè non bastano le leggi».

«Investire sull'acquisizione di competenze»

Soddisfazione è espressa anche dal ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli: «I dati Ocse confermano che il nostro sistema scolastico funziona, anche se il divario torna a farsi sentire dopo l’uscita dal sistema scolastico. È quindi molto importante investire anche sull’acquisizione di competenze lungo tutto l’arco della vita e aiutare i ragazzi, soprattutto chi è in condizione di svantaggio, ad affrontare al meglio la transizione dalla scuola agli studi successivi o nel mondo del lavoro».

«È solo fumo negli occhi»

Esulta anche l’ex-premier Matteo Renzi («È la notizia più bella della giornata»), attaccato dal Movimento 5 stelle («Il sistema funziona nonostante Renzi») e critiche restano le associazioni studentesche Udu e Rete degli studenti, che parlano di «fumo negli occhi».

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