venerdì 20 maggio 2016
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ROMA Si affida alla Messa da Requiemdi Mozart, con la voce rotta dalla commozione, Alessio Falconio, direttore di Radio Radicale, che dà in diretta la notizia ormai attesa. Il cuore di Marco Pannella, 86 anni compiuti il 2 maggio, ha cessato di battere mezz’ora prima e il notiziario viene interrotto alle 14,15. Un leggero affanno tradisce l’emozione del giovane direttore. E lo staff della radio che per anni ha dato voce al guru radicale ricorre ancora una volta a lui, a Marco Pannella, che aveva scelto l’ultima opera del genio austriaco come sigla della Radio. Il vuoto si avverte già sotto le note, nessuno vorrebbe ancora iniziare a fare a meno delle decisioni per anni accentrate nelle mani del fondatore del partito della rosa nel pugno. Nella clinica romana di Nostra Signora della Mercede, dove ha trascorso le ultime ore di vita, sedato per il dolore della malattia terminale, inizia il via vai di amici e compagni di partito. Radio Radicale apre le dirette, per dare spazio a quanti «hanno voluto e vogliono bene a Marco e lo vogliono ricordare». Lo spazio alle voci ufficiali e ufficiose, senza distinzione, che caratterizza lo strumento da sempre amato da Pannella per raggiungere cittadini di ogni genere. Sul web impazzano le frasi di commemorazione. Il primo è Matteo Renzi. Ricorda «un grande leader politico, il leader radicale che ha segnato la storia di questo Paese con battaglie talvolta controverse ma sempre coraggiose e a viso aperto. Rendo omaggio a nome mio e del governo alla storia di questo combattente e leone della libertà». Il momento era atteso da tempo. Lo stesso Pannella non aveva fatto mistero di essere arrivato al termine dei suoi giorni. Così molti dei ricordi appaiono dettagliati, preparati da tempo, per un uomo che ha attraversato le diverse ere politiche della storia della Repubblica. Tv e radio modificano i palinsesti. «Pannella – dice commosso il presidente della Repubblica Sergio Mattarella – è stato un leader politico controcorrente. Protagonista della politica italiana, senza mai essere legato al potere, ha combattuto battaglie di grande importanza, particolarmente nel campo dei diritti. Ha rappresentato con passione tanti cittadini, riuscendo non di rado a trasformare una condizione di minoranza nell’avvio di processi di cambiamento». Ricorda la presidente della Camera Laura Boldrini, Pannella «ha reso il Paese più moderno» e più vicino al resto d’Europa. «Si poteva avere opinioni diverse su alcune delle sue battaglie, ma ha avuto l’indiscutibile merito di aver imposto alla discussione pubblica questioni talvolta scomode, ma sulle quali la politica e le istituzioni non possono chiudere gli occhi». Pronto anche il presidente del Senato Pietro Grasso nel ricordo commosso: «Ha affrontato la malattia con la stessa fierezza con la quale, per decenni, si è battuto nelle cause in cui credeva». Nella Sala Koch del Senato, dove Giorgio Napolitano sta presentando il suo libro, si rispetta un minuto di silenzio. E oggi, a Montecitorio, arena di tante battaglie e maratone oratorie del leader radicale, sarà allestita la camera ardente dalle 15. Mentre nella storica sede del suo partito, la sua seconda casa, a largo di Torre Argentina, ci sarà una veglia funebre. Ma l’'abbraccio' finale, prima dei funerali nella sua città natale, Teramo, sarà domani a piazza Navona, dove tante volte, tra battaglie, 'disobbedienze civili' e comizi, Pannella ha incontrato la folla. E mentre si pensa a intitolargli strade romane, il deputato di Demos Mario Marazziti propone di «onorarne la vita e la memoria» aprendo una discussione in commissione Affari sociali «per approvare subito l’amnistia e il riesame nell’esecuzione della pena dei 'sepolti vivi', i più di mille 'ergastoili ostativi'». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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