sabato 6 gennaio 2018
«Chi rinuncia a fare figli è come se rinunciasse a vivere. Sono una eredità e abbiamo il dovere politico di difenderli»
«La risposta è il reddito di cittadinanza»
COMMENTA E CONDIVIDI

Da anni, troppi, sentiamo forze politiche di ogni colore parlare di famiglia, crescita, natalità. Al contempo, vediamo governi e amministrazioni regionali tagliare progressivamente servizi sociali e di assistenza. Una scuola fatiscente, la difficoltà nel trovare un nido pubblico dove poter iscrivere il proprio bambino, le lunghe liste di attesa negli ospedali, la mancanza di presidi sanitari e dei servizi di cura sono evidenze che complicano non poco il cammino di un nucleo familiare. Il risultato è che si rinuncia sempre più a fare figli, il che però è come rinunciare a vivere. In questa cornice, la politica deve mostrarsi in grado di reagire, stringendo un grande patto con la società civile per sostenere la famiglia e le natalità.

È una partita importante, cruciale per il nostro futuro, un vero e proprio investimento sul welfare di prossimità. Come è ormai noto, ho scelto di candidarmi alla presidenza della Regione Lazio, che in tema di famiglia e servizi sociali può, anzi deve assumere un ruolo decisivo. Ad esempio introducendo, come chiediamo da tempo, un reddito di cittadinanza regionale per le famiglie che vivono sotto la soglia di povertà, condizione che negli ultimi anni ha purtroppo allargato i suoi confini andando a includere categorie e fasce di popolazione sempre più ampie. Sono aumentate le persone senza fissa dimora ed è aumentata la sofferenza delle famiglie. Non solo, penso a uno specifico 'quoziente familiare': i cittadini del Lazio pagano le aliquote più alte di Italia e il primo step è puntare a una progressiva riduzione partendo dal reddito di ciascun nucleo e dalla quantità di figli a carico. Ma non dimentichiamoci soprattutto di chi una famiglia purtroppo ancora non ce l’ha.

Sono infatti circa 30mila i bambini che in Italia aspettano di essere amati, per questo sto pianificando l’istituzionalizzazione di un registro unico delle famiglie affidatarie, avviando di pari passo la costituzione di un Centro Post-adozione (unico in Italia) sul modello del Post Adoption Centre di Londra, al fine di garantire supporto e assistenza a chi decide di prendersi cura di un minore. È inutile nascondere che siamo di fronte a una crisi sociale molto profonda, che sarà più lunga della crisi economica in corso. Oggi, all’età di 44 anni, sono madre di due figli straordinari. E quando li vedo inciampare, dentro i loro occhi rivedo i miei. È la più grande eredità che un essere umano possa mai desiderare. Abbiamo il dovere morale e politico di difenderla.

LA CANDIDATA Insieme a Vito Crimi, Roberta Lombardi è la prima parlamentare M5S ad essere nota al grande pubblico. Il merito è dello storico streaming del 2013 con Pier Luigi Bersani: la deputata laziale scoppiò a ridere pensando alle imitazioni dell’ex segretario dem da parte di Maurizio Crozza. Carattere deciso, ha spesso criticato apertamente la sindaca pentastellata di Roma Virginia Raggi. Si candida per governare la regione Lazio.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI