giovedì 2 luglio 2020
Presto una ordinanza per velocizzare il recupero di 740 edifici di culto, «frutto della collaborazione avviata con la Cei»
Giovanni Legnini

Giovanni Legnini - .

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Ora gli strumenti ci sono. I cittadini «abbiano fiducia nella ricostruzione e stimolino i loro tecnici». Scuole e chiese «una priorità». Per gli edifici di culto in particolare il commissario per la ricostruzione, Giovanni Legnini, annuncia una novità: «Nelle prossime settimane arriverà una nuova ordinanza per rendere più rapida la rinascita di 740 opere».

Il 30 giugno è finita la convenzione con gli alberghi che ospitano gli sfollati. Cosa accadrà loro in futuro?
Premesso che si tratta di materia di spettanza della Protezione civile, sulla quale io non ho nessun potere decisorio, incontrerò Borrelli domani mattina (oggi, ndr) anche per parlare di questo problema. Siamo già d’accordo sulla necessità di coordinare le diverse forme di assistenza, che sono ancora necessarie, e di legarle con il processo di ricostruzione. Per non continuare ad erogare assistenza al buio, che sia alberghiera o Cas, non si può più prescindere dalla presentazione dei progetti, delle domande di contributo e quindi dai tempi del rientro a casa.

La consegna delle pratiche di danni lievi è slittata al 20 settembre, ma pare manchino 20mila domande. Dove è il problema?
Forse saranno meno, ma è chiaro che ancora diverse migliaia devono essere presentate. Non so di chi è la responsabilità, e di certo non mi va di caricarla sui cittadini, però entro questo nuovo termine bisognerà presentare progetti e domande. A maggio abbiamo approvato un’ordinanza che semplifica molto le procedure e accorcia moltissimo il tempo necessario per ottenere il contributo, gli strumenti ci sono e vanno usati. Dobbiamo chiudere questo capitolo, non si può continuare a parlare ancora di danni lievi dopo 4 anni.


740
Gli edifici di culto al centro della ricostruzione, frutto della collaborazione avviata con la Cei

20mila
Le domande per pratiche di 'danni lievi' che ancora mancano all’appello 65% La quota di territorio delle Marche colpita dal sisma, contro il 17% d’Abruzzo e l’11% di Umbria e Lazio

5.000
Il totale degli sfollati a Teramo, in Abruzzo, subito dopo il sisma: il numero più alto del Centro Italia 23 I Comuni abruzzesi dell’entroterra e della fascia adriatica compresi nel cratere sismico

Cosa si sente di dire ai cittadini?
Vorrei fare un appello: devono recuperare fiducia, stimolare i loro tecnici e credere nella ricostruzione. I soldi ci sono, le nuove regole pure. Dobbiamo partire. Dobbiamo tutti impegnarci per l’operazione “Rientro a casa”.

Anche la ricostruzione pubblica stenta a decollare. A cosa pensa per accelerarla?
Abbiamo proposto al governo norme per sburocratizzare e accelerare la ricostruzione pubblica e ho fiducia che possano trovare accoglimento nel decreto semplificazioni. Penso ad una procedura negoziata generalizzata per l’affidamento degli incarichi professionali e per tutte le opere sotto i 5,3 milioni di euro con il criterio della rotazione degli incarichi. E a un potere derogatorio, residuale ma importante, per le situazioni più critiche in capo al commissario. Si è parlato molto del «modello Genova»: si tratta di declinare quel principio per applicarlo non a tutte le 4mila opere pubbliche del cratere che dobbiamo realizzare, ma alle situazioni più critiche e complesse oggi bloccate.

Fronte scuole. Ora ci sono anche i problemi di sicurezza anti Covid. Come ci si sta muovendo?
Ricostruire le scuole è un compito prioritario e di assoluta urgenza, due giorni fa abbiamo incontrato i dirigenti competenti del ministero dell’Istruzione per coordinare il nostro lavoro con le funzioni proprie del Miur, in vista della ripresa delle lezioni a settembre. È un problema serio, che nel cratere sismico è ancora più grande, ed abbiamo chiesto di riservare una particolare attenzione, e se possibile ulteriori risorse, per quei comuni. Nel decreto scuola è stata introdotta una norma che dà potere commissariale ai sindaci per l’edilizia scolastica. Nelle prossime settimane mi confronterò approfonditamente con i sindaci per capire come si possono utilizzare al meglio questi poteri anche nella ricostruzione.

E per le Chiese?
Abbiamo trovato una situazione di vero e proprio stallo. Ci sono stati interventi importanti nella prima fase dell’emergenza che hanno dato risultati positivi, con le ordinanze 23 e 32 le chiese finanziate sono state 161. Ad oggi di queste abbiamo 95 interventi conclusi e 52 in corso di esecuzione. Adesso dobbiamo definire un piano molto importante per semplificare le procedure. Abbiamo già sviluppato un confronto con la Cei e i vescovi delle diocesi coinvolte, con i quali vi è una collaborazione molto costruttiva, e avviato un percorso che sto traducendo in un’ordinanza che adotterò nelle prossime settimane, per accelerare la ricostruzione di altre 740 chiese. Gli edifici religiosi infatti sono uno degli elementi fondamentali per una comunità, anche in termini di coesione sociale, di valori identitari. Parliamo di un patrimonio di enorme importanza storica, artistica e culturale che va ricostruito, preservato, valorizzato.

È da quattro mesi commissario. Un primo bilancio?
Di questi mesi, due sono stati di lockdowndurante i quali ho lavorato molto per ridisegnare il volto della ricostruzione, per farla partire in autunno con gli strumenti che abbiamo, utilizzando tutti i poteri di cui dispongo. Ci aspettiamo anche delle risposte dal Parlamento, perché ci sono questioni importanti che vanno risolte in via normativa e so che c’è molta attenzione. Parlo del personale che opera nella ricostruzione, di risorse per sostenere le attività economiche, della semplificazione per la ricostruzione pubblica e delle chiese. Sono convinto che se questa risposta arriverà, la ricostruzione del Centro Italia potrà finalmente decollare.

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