mercoledì 7 aprile 2021
La conferma nel corso della trasmissione tivù in Russia: i gruppi sanguigni non corrispondono. I legali della madre Piera Maggio trasmettono nota alla Procura di Marsala
Olesya Rostova, in una foto combo tratta dal sito di "Chi l'ha visto?"

Olesya Rostova, in una foto combo tratta dal sito di "Chi l'ha visto?" - Chilhavisto.rai.it

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Come nei migliori film, la notizia che la giovane russa Olesya Rostova non fosse Denise Pipitone è arrivata solamente al termine del programma "Lasciali parlare", in onda questa sera sul Primo Canale russo. L’esito è stato annunciato dopo più di un’ora di trasmissione, registrata martedì, con un salotto pieno d’ospiti e, in collegamento da Marsala, il legale della famiglia Maggio-Pulizzi, l’avvocato Giacomo Frazzitta. A lui è stato chiesto di rispettare l’embargo fino a oggi, seppur il legale ha sempre negato accordi con la tv russa.

La richiesta è stata, comunque, accettata e l’avvocato marsalese ha appreso il gruppo sanguigno della ragazza in diretta durante il programma: «Non è il gruppo di Denise», ha risposto Frazzitta in collegamento video.

Oggi il legale aveva tenuto la bocca cucita tutto il giorno prima di parlare in tarda serata: «Il gruppo sanguigno di Olesya è diverso da quello di Denise. Abbiamo, in ogni caso, ritenuto corretto trasmettere nota alla Procura della Repubblica di Marsala che valuterà se procedere ad ulteriori accertamenti». L’ennesima segnalazione di una ragazza che poteva essere Denise è finita così nel vuoto, divenuta prodotto di un circo mediatico discutibile.

A Mazara del Vallo, invece, i due genitori di Denise, Piera Maggio e Piero Pulizzi, sono rimasti in silenzio in questi giorni. La loro "voce" è stata quella dell’avvocato Giacomo Frazzitta che questa sera, dopo la messa in onda della trasmissione russa, ha chiarito, altresì, il perché non si è scelta la via istituzionale, preferendo quella privata, a sua volta finita in un talk-show sul piccolo schermo: «Si è preferito accelerare i tempi di verifica – ha dichiarato il legale – seguendo i contatti in via privata con l’avvocato di Olesya, poiché un’eventuale rogatoria con la Russia avrebbe comportato tempi più lunghi e, invece, si reputava necessario conoscere almeno il dato preliminare del gruppo sanguigno, prima possibile, per poi meglio approfondire la vicenda».

Capitolo chiuso, dunque, seppur tra la storia di Olesya e quella della piccola scomparsa da Mazara del Vallo nel 2004 c’erano molte similitudini e coincidenze, a partire dall’età, innanzitutto. Poi le foto mostrate, in alcune delle quali la somiglianza dei tratti somatici di Olesya con quelli di Piera Maggio era evidente. Nulla di tutto questo e così la speranza dei genitori di trovare Denise, anche in questo caso, è svanita. I 16 anni trascorsi da quel 1° settembre 2004, quando la piccola scomparve davanti casa della nonna Francesca Randazzo, sono stati interamente dedicati da Piera Maggio nella ricerca della sua piccola.

La donna non si è mai arresa. Dalla pista dei rom a quella del traffico di organi (tutte poi escluse) a quella familiare, l’unica sulla quale è nato il processo alla sorellastra di Denise, Jessica Pulizzi, accusata di sequestro di persona, poi assolta in ogni grado di giudizio. «Vogliamo ringraziare quante persone ci sono state vicine e solidali. Tante persone amano Denise e non l’hanno dimenticata, e questo ci riempie il cuore», ha detto Piera Maggio in un audio pubblicato sui social.

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