mercoledì 8 aprile 2020
Secondo l'Ihme il nostro Paese avrà zero decessi dal 19 maggio e conterà alla fine 20.300 morti. Situazione destinata a peggiorare negli Stati Uniti (81 mila decessi) e in Gran Bretagna (66 mila)
Il grafico dell'Ihme di Washington sulla previsione dell'andamento dei decessi i Italia

Il grafico dell'Ihme di Washington sulla previsione dell'andamento dei decessi i Italia

COMMENTA E CONDIVIDI

Finirà con un bilancio in Europa di oltre 150mila morti, dopo il picco nella terza settimana di aprile. Oltre 20 mila morti in Italia, che ha già "scollinato" e avrà zero decessi dal 19 maggio. Numeri inferiori in tutti gli altri Paesi europei. Ad eccezione del Regno Unito, che supererà quota 66mila, anche per la grave insufficienza di posti letto e di terapie intensive. Durissimo il bilancio negli Stati Uniti, che registreranno 81mila vittime.

Sono le previsioni, durissime, formulate dall'Istituto per le misurazioni e la valutazione della salute (Ihme) presso la facoltà di Medicina dell'Università di Washington. L'Ihme - organizzazione indipendente di ricerca - ha iniziato le proiezioni sulla pandemia negli Stati Uniti, stato per stato, il 26 marzo, sulla base dei picchi di decessi a Wuhan, in Cina e in sette località europee: in Spagna Madrid e Castiglia-La Mancia, in Italia Toscana, Emilia-Romagna, Liguria, Piemonte e Lombardia. È l'istituto che sta fornendo i dati alla Casa Bianca. Per l'Italia ha collaborato all'indagine l'epidemiologo Lorenzo Monasta dell'Irccs Burlo Garofolo di Trieste.

Secondo le proiezioni dell'Istituto di Washington, dunque, il bilancio sarà di 151.680 decessi in Europa in questa «prima ondata» della pandemia. Per il dottor Christopher Murray, direttore del Ihme, «è evidente senza alcuna ombra di dubbio che le misure di distanza sociale attuate e mantenute correttamente possono controllare l'epidemia e contribuire a ridurre il numero dei decessi». Ma la tendenza «cambierà, e drammaticamente, in peggio, se si sceglierà di allentare le misure». Allentare le precauzioni troppo presto «potrebbe causare nuove ondate». La ricerca prevede come confronto un bilancio per gli Stati Uniti di 81.766 decessi. «Sembra probabile - dichiara Murray - che il numero dei decessi ecceda le proiezioni attuali per gli Usa».

Le previsioni paese per paese confermano l'Italia al primo posto, con 20.300 morti, il picco nazionale già raggiunto il 28 marzo. Vertice raggiunto ieri dalla Calabria mentre la Puglia ci arriverà il 16 aprile. Dal 19 maggio si dovrebbe registrare la fine dei decessi. A seguire c'è la Spagna con 19.209 morti, anche causati da un eccesso di domanda rispetto ai posti in terapia intensiva. Nella tragica classifica c'è poi la Francia, che ha appena superato il picco e chiuderà la pandemia con 15.058 decessi anche per l'insufficienza posti in terapia intensiva. Problema che invece non riguarderà la Germania dove il picco è previsto per la terza settimana di aprile e il bilancio finale sarà di 8.802 morti. Stesso picco temporale in Svezia, che sconterà carenze nella disponibilità di posti in terapia intensiva e dovrà registrare in tutto 4.182 decessi. Bassissimo il bilancio del Portogallo che dovrebbe chiudere con 471 morti.

Da segnalare il caso della Gran Bretagna, dove - come è noto - la pandemia è stata inizialmente sottovalutata con considerazioni su una presunta "immunità di gregge" che ha ritardato le misure di prevenzione. Una decisione che potrebbe costare carissima Oltremanica, se corrisponde al vero la previsione dell'Ihme che parla di addirittura 66.314 decessi. Secondo l'Istituto di Washington il numero dei morti sarebbe aggravato dalla domanda di accoglienza ospedaliera, ben oltre la disponibilità: «Si prevede che il picco di domanda nel Regno Unito raggiunga un totale di 102.794 posti letto a fronte dei 17.657 disponibili, 25.544 terapie intensiva a fronte delle 799 disponibili e 20.862 respiratori (l'Ihme non ha potuto verificare la disponibilità del dato reale).

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: