martedì 19 gennaio 2021
Si sono conosciuti per strada, lui abbandonato da tutti con il suo cucciolo, lei commossa da quella solitudine: “Voglio portare il mio amico a pranzo in una bella trattoria, farlo sentire un signore"
Il cagnolino del clochard accarezzato dalla poliziotta

Il cagnolino del clochard accarezzato dalla poliziotta - Pino Ciociola

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Aveva visto intenerita quel cagnolino. Un po’ stupita. Lui lo tiene sempre in braccio, ma adesso lo lascia libero di correrle incontro quando la vede arrivare. Quando s’era fermata a chiacchierare, lui, quasi impaurito, pensava volesse portarglielo via. Sono diventati amici, ma, dopo un anno, la chiama “signora” e le dà ancora del “lei”. Dorme sugli scalini, all’aperto, in una strada al centro di Roma, ucraino, minuto, volto scavato, occhi dolci, dentro un carrello di quelli da supermercato tiene qualche croccantino e una piccola ciotola per il cane, un paio di cambi, il sacco a pelo, bello pesante, che lei gli ha regalato un mese fa, così la notte è appena meno fredda.

“Sono fortunato, non sono solo al mondo, ho il mio cagnolino e tanta gente buona qui intorno”, le ha detto una volta. Non chiede mai nulla, mai una parola fuori posto. Lei, giovane poliziotta, lo porta spesso a mangiare in una tavola calda a pochi passi, a volte vanno al supermercato per fargli fare un po’ di spesa e lui cerca soprattutto prodotti in offerta, non serve lei gli dica “non ti preoccupare”. Sono andati anche ieri.

Una signora accoglieva la sera lui e altri tre clochard nel suo seminterrato, voleva passassero almeno le notti al coperto. Non è durata a lungo, i vicini erano infastiditi dalla povertà, hanno tirato fuori la mancata ‘Segnalazione certificata di agibilità’ di quello stanzone per toglierseli di torno. La signora non si è arresa, ha regalato una piccola tenda da campeggio a ciascuno dei clochard appena sono arrivate le prime piogge invernali sulla Capitale. A lui, quando gliel’ha portata, è scesa una lacrima, gli capita spesso di stupirsi fino a commuoversi. Non vuole dare fastidio a nessuno, pesare su nessuno.

Sua moglie lo lasciò anni fa, nel suo Paese ha una figlia disabile, era venuto in Italia a cercare fortuna, per aiutarla e farla curare, non l’ha trovata. Gli piacerebbe tornare, ma lì è perseguitato e comunque neppure ha i soldi per il viaggio. “L’anno scorso mi colpì - racconta la poliziotta - proprio perché era sempre abbracciato a questo cagnolino, poi mi raccontò di essere sieropositivo all'Aids”. Lui è sempre pulito, “di mattina presto non lo trovo, penso chissà dove, a quale fontana, con il freddo di questi giorni, vada a lavarsi e a lavare il cagnolino”. E lascia sempre pulito quel suo posto, “mette in ordine e porta via tutto quando deve allontanarsi, ci tiene”. Eppure ha davvero quasi nulla, “di suo ho visto solamente il passaporto e il portafogli, che un giorno volle mostrarmi, c’era anche qualche foto, ma non gli ho chiesto di guardarle, né chi vi fosse ritratto”.

Tempo fa stavano chiacchierando e lui le fa: “Signora, lo sa che ieri era il mio compleanno?”. Lei si è sentita sprofondare, “perché tutti abbiamo qualcuno che ricorda il nostro compleanno, fosse pure una sola persona, lui invece nessuno, tanto d’aver sentito bisogno di dirlo a me, che sono quasi una sconosciuta”. Quando lui ha saputo il lavoro di lei, un po’ s’è spaventato, poi ha capito che non aveva nulla da temere. Lei si è affezionata, molto, a entrambi, lui e il suo cagnolino: “Quando mi succede di non poter passare per un po’, magari perché sono in ferie, mi viene l’ansia e devo andarci”. Non solo, “voglio portarlo a pranzo in una bella trattoria, farlo sentire un signore, prima o poi lo farò”.

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