martedì 14 aprile 2020
Il senatore pentastellato attacca a testa bassa la Germania sugli strumenti finanziari Ue contro la crisi del Covid-19. Coperto da critiche bipartisan, compreso il suo partito, ritratta. I precedenti.
Il senatore Elio Lannutti

Il senatore Elio Lannutti - ANSA

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Nuova pesante gaffe di Elio Lannutti. Il senatore pentastellato - che a gennaio 2019 aveva scatenato polemiche furiose collegando le «tredici famiglie che comandano il mondo» bancario internazionale alla setta dei "Savi di Sion", un noto documento falso dell'antisemitismo - oggi pubblica un altro messaggio sui social in cui attacca in modo scorretto la Germania: «L'offerta della Merkel, sant'Angela patrona d'Europa? Su la testa: abbiamo subito fin troppo i diktat dei nipotini di Hitler e degli stati canaglia suoi complici!». Il riferimento è alle trattative in seno all'Eurogruppo sugli strumenti da mettere in campo per dare liquidità alle imprese europee messe in ginocchio dalla crisi del Coronavirus. Ma l'oggetto del post sbiadisce di fronte all'accusa, mossa alla Germania e alla sua democrazia, di essere addirittura erede del nazionalsocialismo.

Lannutti in verità non è nuovo a uscite ad effetto: a giugno 2018, riferendosi all'odissea dei migranti a bordo della Lifeline, aveva affermato che le navi delle «Ong finanziate da Soros vanno affondate». Ora il senatore a cinque stelle ci è ricascato. Le reazioni di Italia Viva, Pd e di una senatrice di Fi - lo costringono a modificare il post, eliminando il riferimento ai «nipotini di Hitler». Matteo Renzi è tra i primi a intervenire definendo «squallido» il senatore M5s: «Dopo aver offeso gli ebrei e tutta la comunità civile con la riproposizione dei peggiori insulti antisemiti, uno squallido senatore del M5s insulta oggi la Merkel e attacca gli amici tedeschi definendoli "nipotini di Hitler". La mia solidarietà alla Cancelliera, al popolo tedesco. Quel Senatore non conosce la parola vergogna. Mi vergogno io per lui. E mi vergogno per il M5s che non ha ancora espulso gente così».

E se Renzi si vergogna, il responsabile Esteri del Pd, Emanuele Fiano, si scusa al posto di Lannutti: «Visto che non leggiamo ancora di prese di distanze nette nei confronti delle parole pronunciate da un parlamentare di maggioranza, sono io a scusarmi con il popolo tedesco. Ridurre la storia e i suoi drammi a battute social fa orrore e porta a indecenze come la citazione, sempre da parte di Lannutti, dei Protocolli dei Savi Anziani di Sion».

È dopo queste prime reazioni che il Movimento 5 Stelle in una nota, prende le distanze dal suo senatore: «La Germania è e resta un paese amico che con noi fa parte della grande famiglia europea», si legge nella nota. «Eventuali divergenze o punti di vista diversi sono normali, nell'ambito della democratica dialettica politica europea, e non giustificano in alcun modo parole di una tale gravità». Più diretto il presidente della Commissione Ue della Camera ed esponente M5s, Sergio Battelli: «Le ennesime parole di Lannutti false, incoscienti, gravi danneggiano l'Italia in un momento che richiede misura e responsabilità, specie da chi ricopre ruoli politici. Frasi che non rappresentano in alcun modo il M5S. E ora chieda scusa alla Germania a tutti noi».

Dal centrodestra si fa sentire la senatrice di Fdi, Daniela Santanchè: «Il M5s ha espulso persone per molto meno, di fronte ad un atto così grave, non basta prendere le distanze, bisogna prendere provvedimenti seri subito!». Stessi toni dalla deputata di Forza Italia Elvira Savino: «Pochi giorni fa il ministro degli Esteri Di Maio - ricorda polemicamente - ha chiesto che il governo tedesco prendesse le distanze da un articolo del quotidiano tedesco Die Welt, come se quest'ultimo fosse l'organo ufficiale del governo della cancelliera Merkel. Adottando lo stesso metro di misura, Di Maio dovrebbe scusarsi e prendere le distanze due volte dalle parole inqualificabili del senatore Lannutti, sia in qualità di ministro degli Esteri sia come ex capo politico del M5S». Solo una settimana fa, infatti, a provocare polemiche era stato un articolo del quotidiano tedesco che, a colpi di luoghi comuni, metteva in guardia l'Europa: «La mafia in Italia sta aspettando una pioggia di soldi europei».






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