venerdì 7 febbraio 2014
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Sono parole "insostituibili" ma sotto attacco costante da parte di chi punta alla loro cancellazione. "Indispensabili" persapere chi siamo e assolutamente non "intercambiabili". Mariolina Cerotti Migliarese, neuropsichiatria infantile e psicoterapeuta, fa una riflessione sul valore di quelle due parole, "madre" e "padre" che qualcuno propone di mandare in soffitta e sulla "paura" che evidentemente fanno a chi, in Italia e non solo, vuole sostituirle con termini più generici e al tempo stesso senza genere. "Avere parole per dire le cose vuole dire dare loro l'opportunità si esistere" è la premessa da cui parte Cerotti Migliarese. Perché "dare un nome è far esistere" e questo è vero tanto più per il mondo delle relazioni. "Da sempre le relazioni tra persone vengono espresse con nomi che indicano i rapporti di prossimità e la loro natura: il matrimonio per esempio, fa nascere nuovi nomi che sono (e non solo significano) nuovi legami: come marito e moglie" sottolinea la psichiatra. Uno degli aspetti più inquietanti della nostra società è invece la "progressiva cancellazione" di quelle parole, una "rapida e forsennata sottrazione" che rende "il nostro linguaggio sempre più povero, talvolta persino primivito". Tra le parole che oggi subiscono questo attacco in modo particolarmente massiccio ci sono proprio padre e madre, che "designano ma insieme garantiscono l’esistenza di una realtà fondante dell’esperienza umana" sottolinea Cerotti Migliarese. "Sono parole insostituibili, non certo vicariabili con il concetto più generico di genitore. Sono parole che indicano relazioni forti e precise, che vanno ben al di là degli elementi affettivi: si può “fare” da mamma o da papà ad un bambino, ma padri e madri bisogna “esserlo” e poi progressivamente e sempre più “diventarlo”, attraverso un’assunzione piena e consapevole di qualcosa che è insieme identità e compito". I concetti di padre e madre, aggiunge la psichiatra, sono indispensabili per ognuno di noi al di là di ogni ideologia: "sappiamo bene di non poter cancellare davvero il fatto di avere avuto un padre e una madre; sappiamo di non poter cancellare la loro importanza nella nostra vita, e sappiamo anche che padre e madre non sono in nessun caso realtà intercambiabili perché con ciascuno di loro si attivano complesse e specifiche configurazioni di sentimenti, di pensieri e di esperienza". Ecco perché, conclude Cerotti Migliarese, "vogliamo continuare ad essere figli di un padre e di una madre e vogliamo continuare a cercare di diventare pienamente padri e madri", ecco perché "qualcosa di profondo in noi si ribella davanti al tentativo di cancellare il loro nome o di diluirne il significato". Perché quelle due parole non sono solo un simbolo ma un legame indissolubile.
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