martedì 3 maggio 2016
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La minoranza Pd aspetta solo le amministrative. Perché, al contrario di Renzi, preferisce combattere le battaglie una alla volta. Poi si concentrerà sul referendum, e a quel punto il 'sì' invocato ieri dal premier- segretario appare tutt’altro che scontato. Anzi. Nella sinistra dem cresce la tentazione del 'no'. L’opposizione mantiene le sue riserve. Chiede, con Miguel Gotor, di 'spacchettare' i quesiti. E con Roberto Speranza di evitare che il referendum si trasformi in «un derby tra renziani e antirenziani». Il nodo, spiega Pier Luigi Bersani, è la personalizzazione del voto fatta da Renzi: «Abbiamo votato sì in Parlamento e votiamo sì... purché non venga fuori un sì cosmico contro un no cosmico». Ne ha scritto nei giorni scorsi anche l’ex-portavoce di Pier Luigi Bersani, Stefano Di Traglia: «Il Pd può e deve dare spazio al suo interno anche ai comitati per il no, sarebbe un segno di autorevolezza che consentirebbe di mantenere un rapporto con tanti nostri iscritti ed elettori che la pensano in questo modo». Insomma l’ipotesi di 'contro- comitati' è dietro l’angolo. Per ora resta la posizione critica del documento Speranza-Cuperlo-Lo Giudice. «Renzi è già partito? Bene, noi non seguiamo l’agenda di Renzi. Aspettiamo le amministrative», si spiega dalla minoranza. Una linea concordata in una riunione, venerdì scorso alla Camera, con gli esponenti del territorio. «La spinta per il no al referendum è molto forte, questa è la sollecitazione che viene dai nostri», dicono nella sinistra. Per questo, prima di eventuali comitati per il 'no', la minoranza farà un giro per l’Italia per discutere della riforma: «Luci e ombre. Ombre, soprattutto». (R.d’A.)
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