lunedì 24 settembre 2018
Ai tremila metri di Punta Serauta una seduta straordinaria dell'assemblea, con il governatore Zaia
Il Consiglio regionale del Veneto a Punta Serauta

Il Consiglio regionale del Veneto a Punta Serauta

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Scarponi e giacche pesanti, per i consiglieri regionali del Veneto, che questa mattina sono convocati ai tremila metri di Punta Serauta, sulla Marmolada. La decisione di riunire l'assemblea in un posto tanto insolito, è stata presa dal presidente del Consiglio regionale, Roberto Ciambetti, che ricorda la «valenza simbolica» della riunione, cui partecipa anche il governatore Luca Zaia.

In ballo c'è, infatti, la questione dell'appartenenza del ghiacciaio della Regina delle Dolomiti, patrimonio Unesco, anche al Veneto e non soltanto al Trentino. Una disputa decennale, che si è riaperta dopo una sentenza di luglio dell'Agenzia del territorio di Roma, che ha sconfessato l'accordo del 2002 tra le due Regioni, facendo tornare in vigore la sentenza del Consiglio di Stato sulla corretta definizione dei confini.

Che, stando alla decisione dell'Agenzia del Territorio, passano sulla linea della cresta che da Punta Rocca scende verso il Passo Fedaia, coincidente con il displuvio del monte. Una decisione non gradita al Veneto, che guarda con sospetto anche al progetto di un nuovo impianto di risalita tutto sul versante Trentino. Da qui la decisione di salire in quota per approvare una mozione che impegna la giunta a far rispettare l'accordo del 2002.

«Difenderemo i veneti e i bellunesi»

«Purtroppo oggi siamo qui a celebrare la storia di un paese in malora. Dopo 45 anni di cause e scartoffie per un presunto problema che non dovrebbe esistere, l’ufficio complicazione affari semplici ha colpito di nuovo. Ricorriamo convinti delle nostre buone ragioni contro una rideterminazione di confini da parte dell’Agenzia del Territorio che disattende anche il famoso Decreto Pertini del 1982 e il solenne Protocollo d’Intesa siglato nel 2002 tra Regione Veneto, Provincia Autonoma di Trento e i Comuni interessati». Così, il presidente Zaia intervenendo al Consiglio regionale in quota. «È anche singolare – ha fatto notare il governatore – come questa Agenzia sia intervenuta modificando i confini mentre è ancora pendente al Tar il nostro ricorso contro la decisione presa da Canazei nel gennaio 2017 di disconoscere il Protocollo del 2002. Sia chiaro a tutti – ha incalzato Zaia – che della Marmolada non è fregato a nessuno finchè non sono arrivati gli impianti e le piste, e solo dopo è cominciato il valzer di carte e scartoffie. Sono un inguaribile ottimista – ha aggiunto – e spero si possa aprire una nuova fase di dialogo con gli amici trentini, come fu nel 2002. Certo è che, se si tratta di una questione di business, un accordo non si troverà mai, se invece ragioniamo di storia e identità, lo si trova subito. La partita non è chiusa, e la mozione in discussione oggi, che mi auguro sia votata all’unanimità, non è aria fritta, ma l’avvio della difesa dei diritti dei veneti e dei bellunesi».

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