mercoledì 15 settembre 2010
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«Ho un solo vero obiettivo: liberare il governo da qualsiasi rischio ricatto, da qualsiasi condizionamento... Insomma, il punto non è il gruppo di responsabilità; è rendere il governo autonomo nelle sue scelte». Silvio Berlusconi non nomina Fini, ma il ragionamento è chiaro. La sfida è chiara. «Non possiamo accettare che Fini ci punti una pistola carica. Quel rischio va scongiurato. Anzi, cancellato. E questo perché abbiamo un impegno e un dovere rispetto al Paese».L’operazione messa in piedi con Francesco Nucara sembra complicarsi. Berlusconi si sfoga sottovoce: «Francesco – dice chiamando per nome il leader del Pri – è impazzito davanti alle telecamere. Il suo è stato un inconsapevole sabotaggio». Non c’è rancore verso Nucara. Berlusconi appare sereno, tonico, ottimista. Forse perché ha nelle mani un’altra carta. Un jolly a cui sta lavorando personalmente nel segreto più assoluto. E che spiega solo in parte anche ai collaboratori più ascoltati, ricevuti nelle ultime ore a Palazzo Grazioli: «C’è un’area di responsabilità anche dentro Fli». Una pausa leggera. Berlusconi si muove come un attore consumato. Sorride. Alterna mezze parole a lunghi silenzi. «C’è chi all’interno di Futuro e libertà sta lavorando a un documento per fissare un punto fondamentale... Per dire "fedeli a Fini solo fino a quando sta con Berlusconi e sostiene con lealtà questo governo e questa maggioranza"».Non va oltre il presidente del Consiglio. Non spiega i contorni di un’operazione che deve ancora restare coperta. Non dice se davvero sono diciotto i deputati finiani pronti a sottoscrivere il documento. Non spiega se sono Silvano Moffa e Pasquale Viespoli (con la sponda di Andrea Augello) i protagonisti della nuova missione. E non chiarisce se esiste un legame con una moratoria sulla decisione dei probiviri. Si capirà molto nelle prossime ore, ma intanto da Fli non arrivano segnali di rottura. «Sosterremo il governo fino all’ultimo giorno della legislatura, voteremo la fiducia e tutti i provvedimenti del programma. Per quel che riguarda il resto discuteremo», ripete il capogruppo alla Camera Italo Bocchino, che va avanti: «Siamo stati eletti perché legati al centrodestra e al centrodestra restiamo politicamente e culturalmente ancorati... Vogliamo portare a termine i numerosi punti del programma che ancora restano da realizzare. E su questo intendiamo discutere senza aut-aut o preclusioni».Si prova ancora a guardare avanti. «Non lasciamoci andare al pessimismo, i numeri ci sono», ripete il Cavaliere che (dopo aver chiarito che il lodo Alfano Costituzionale resta una priorità) va avanti: «Ora conta solo una cosa, il voto in Aula a fine settembre. Vedrete ci sarà una maggioranza ampia, chiara, netta». Bocchino lo segue: la maggioranza vada avanti fino alla fine della legislatura camminando sulle sue «tre gambe parlamentari»: Pdl, Lega e Fli. Poi annuncia che un «paio di deputati», starebbero per passare con Futuro e libertà che così arriverebbe a quota 35. E tende la mano a un eventuale nuovo gruppo: «Se nasce il gruppo di Nucara, vinciamo due volte. Perché si allarga la maggioranza e perché questo gruppo sarebbe fatto in gran parte da parlamentari del Sud, il che compenserebbe la spinta della Lega che rappresenta il Nord».
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