giovedì 7 aprile 2016
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ROMA Filippo Maria Boscia, presidente dell’Associazione medici cattolici italiani (Amci), non si meraviglia dell’analisi preoccupante sui rischi di corruzione nel sistema sanitario. «La politicizzazione della Sanità è stato il più grande errore. Quando il diritto alla salute non riesce a essere né difeso né costruito, nonostante ingenti mezzi, il guasto sicuramente c’è». Da medico conferma la mappa della corruttela? Io vivo in Puglia e qui al Sud abbiamo visto erigere 'cattedrali' nei deserti, ospedali bellissimi e inutilizzati. Per non parlare delle tecnologie mai usate, ancora imballate. La corruzione matura proprio in questi ambiti: lottizzazioni partitiche, costruzioni dell’inutile, assenza di politica sanitaria, cattiva allocazione delle risorse. È il tema dei capitoli di bilancio: siccome l’Europa ci mette a disposizione fondi per la costruzione di ospedali, 'dobbiamo' spenderli. Serve una moralizzazione di cittadini e operatori? Di più. Sono convinto che la stessa introduzione dell’intramoeniaper bypassare le liste d’attesa sia stata una forma privatizzazione degli ospedali. Uno sconcio sociale. È una pratica da regolare seriamente: lasciare alla libera iniziativa del medico la possibilità di visitare fuori orario e senza controllo espone alla tentazione di mettersi in tasca soldi. È un triplice fenomeno corruttivo: non si pagano le tasse, il cittadino è sfruttato, c’è un uso improprio delle strutture pubbliche per uso privato. Non generalizzo, certo, ma un 20% viaggia a ruota libera. Medici che non hanno interesse a smaltire le liste d’attesa per favorire l’intramoenia? Il paziente spesso ha paura e usa questa scorciatoia privata , che ha anche sperequazioni incredibili. La stessa prestazione al Sud ha un costo più alto che al Nord: so di artroprotesi costate anche 60mila euro in intramoenia, in istituti molto accreditati: sarebbe anche il caso di controllare certe strutture definite di eccellenza per attirare gente da tutta Italia. Meglio piccoli ospedali sul territorio? No, l’ospedale ovunque sotto casa non può esistere: bisogna avere il coraggio di dire quali sono inutili, a rischio e da chiudere, senza contrattare coi sindaci. Uno spreco è anche nella mancata prevenzione. In ambito ginecologico vedo un pullulare di consultori che fanno screening . E continuiamo a scoprire tumori in fase avanzata. I pazienti sono sfiduciati e i medici devono lavorare sotto la mannaia del contenzioso, spendendo anche 15mila euro l’anno per assicurarsi. Per non sbagliare prescrivono analisi inutili. E per pagarsi l’assicurazione fanno intramoenia non fatturando. Luca Liverani © RIPRODUZIONE RISERVATA MEDICO. Filippo Maria Boscia
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