mercoledì 6 aprile 2016
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Il rischio di far riemergere anche vagamente i fantasmi di qualche anno fa, quel clima di scontro permanente tra procure e governo che ha segnato il berlusconismo, ha convinto Matteo Renzi ad abbassare i toni verso le toghe lucane e a rifocalizzare la sua comunicazione sulle prossime mosse di politica economica. Gli impegni assunti su pensioni minime e canone Rai servono per provare a voltare pagina, per non incatenare l’esecutivo su una singola vicenda ( Tempa Rossa). Già è accaduto in questi due anni di governo Renzi che l’attenzione restasse a lungo su alcune specifiche questio- ni (banche, stepchild adoption...) e tutte le volte Palazzo Chigi è andato in affanno. Sia chiaro: quanto detto da Renzi lunedì in direzione resta, e il premier è ben lontano dal prendere le distanze dalle sue stesse parole. D’altra parte la richiesta di una giustizia più veloce ed efficace fa parte della sua narrazione sin dalla prima Leopolda. Ma la discussione a distanza con l’Anm è subito apparsa a Palazzo Chigi come un salto all’indietro verso tempi che si vorrebbero definitivamente superare, tra l’altro controproducente nella campagna che il premier sta conducendo per non far andare le persone a votare il 17 aprile (il livello dell’affluenza, a prescindere dal raggiungimento del quorum, sarà comunque un segnale in vista del referendum costituzionale di autunno). Meglio allora tornare ad un discorso 'di sistema' sul cambiamento del Paese attraverso la giustizia fiscale e le riforme. Marco Iasevoli © RIPRODUZIONE RISERVATA
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