lunedì 21 novembre 2022
Nella notte il Cdm. Agli "occupabili" che percepiscono il Rdc nel 2023 8 mesi anziché 12. Per le pensioni quota 103, minime verso i 600 euro. Assegno maggiorato alle famiglie numerose.
Manovra da 35 miliardi. Reddito, subito la stretta poi l'abolizione
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Manovra, avanti a fatica.Solo nella notte, dopo un Consiglio dei ministri che ha fatto seguito a numerosi vertici, i tasselli del puzzle sono finiti, per il governo, al loro posto. Con un tira e molla proseguito fino all’ultimo sull’entità dei tagli al Reddito cittadinanza: 4 mesi in meno di assegno su 12 a chi potrebbe lavorare, il compromesso trovato. Con un annuncio: nel 2024 si va verso l'abolizione della misura, che sarebbe sostituita, così spiega Palazzo Chigi, da una riforma complessiva della misura di sostegno ai poveri. Trattativa a oltranza anche sui tagli alla rivalutazione delle pensioni più alte e sugli aumenti per le minime.

Mentre sembra scomparso l’annunciato azzeramento dell’Iva su pane paste e latte, che avrebbe fruttato pochi spiccioli. E si annuncia dal primo dicembre una riduzione secca degli sconti sui carburanti: da 30,5 a 18,5 centesimi al litro. Quanto al cuneo fiscale, passa una soluzione mediana: prorogato il taglio attuale del 2% sui redditi medi e aumentato al 3% solo per quelli più bassi, entro i 20mila euro annui lordi.

Con poche risorse a disposizione (l'ammontare sale alla fine a 35 miliardi, ma tolti quelli per constrastare il caro-bollette ne restano una decina) e i partiti impegnati a difendere le loro “bandierine”, la quadratura del cerchio non è stata facile. E la partita è solo al primo tempo, perché ora la passa passerà alle Camere.

Dalla razionalizzazione dei bonus edilizi, alla tassa sugli extraprofitti, passando per la tassazione delle cripto-valute, il governo è a caccia di fondi. Con molte promesse e una coperta corta le fibrillazioni nella maggioranza non sono mancate e il Consiglio dei ministri, inizialmente previsto nel pomeriggio, è slittato fino alle 21.

Mentre un vertice a Palazzo Chigi con la premier, i due vice e i ministri dell'Economia e del Lavoro cercava la mediazione, le pressioni esterne non sono mancate. Il ministro dell'Istruzione Valditara ha chiesto risorse aggiuntive per i contratti dei docenti. Confindustria ha ribadito fino all’ultimo le sue resistenze a un intervento troppo debole sul cuneo («serve un intervento shock») che peraltro andrà tutto solo a beneficio dei lavoratori. A Bruxelles intanto si attende il Documento programmatico di bilancio, arrivato in Cdm insieme alla manovra e che dovrà essere subito inviato alla Commissione.

A dividere la maggioranza è stato soprattutto il capitolo del Reddito di cittadinanza. Negli ultimi giorni, anche per la pressione di Palazzo Chigi e con la necessità di reperire più risorse, era maturata l’intenzione di un taglio importante. Una cancellazione immediata del beneficio per tutti coloro che, sulla carta, sarebbero occupabili (circa 650mila persone) avrebbe permesso di risparmiare 1,8 miliardi. Ma è apparsa una soluzione troppo radicale. Prima si è ragionato su una proroga di 6 mesi, poi la ministra del Lavoro Calderone ha proposto un anno di 'cuscinetto': il taglio dell’assegno sarebbe scattato solo dal 2024 e nel frattempo gli occupabili (persone che in larga parte non lavorano da anni e hanno una bassa istruzione), avrebbero potuto essere avviati verso programmi di formazione. Ma alla fine si è scelta, salvo novità, una stretta più significativa, riducendo questa finestra a otto mesi. E annunciando la sostituzione integrale del Reddito nel 2024. Per converso si punta a estendere la social card, un aiuto per gli acquisti, alle famiglie a basso reddito.

Caldo anche il dossier pensioni. Sulla flessibilità si passa dalla attuale Quota 102 a una quota 103 (41 anni di contributi e 62 di età), una soluzione ponte per il solo 2023 in attesa di una riforma più complessiva. Mentre l'uscita dal lavoro con la cosiddetta "Opzione donna" sarebbe confermata ma più strettamente legata al numero di figli. Intanto si cercano risorse (da 1,5 a 3 miliardi in base alle soluzioni scelte) tagliando la rivalutazione delle pensioni all'inflazione per gli assegni più alti. Non si tratta delle sole “pensioni d’oro” ma di assegni sopra i 2mila- 2.500 euro lordi, che già ora vengono rivalutate al 75% e non a 100%.

Il vicepremier Tajani intanto annuncia l'aumento delle pensioni minime. Che potrebbero passare, almeno secondo Forza Italia dagli attuali 525 euro circa a 600 euro mensili. In discussione anche i confini dell’annunciata 'tregua fiscale': saranno cancellate le cartelle fino a mille euro, mentre si discute ancora su quelle di maggiore importo. Per il caro energia la manovra mette in campo i 21 miliardi frutto del nuovo deficit. Con un mix di interventi che vanno dal potenziamento del bonus sociale a quello dei crediti di imposta per le imprese.

A Cdm in corso in piena notte, è sembrato prendere forma anche un intervento che raccoglierebbe le attese delle imprese: una decontribuzione fino ad un massimo di 6mila euro per le aziende che intendono assumere, a tempo indeterminato, giovani under 36 con già un contratto a tempo determinato. Lo sgravio si applicherebbe anche per i percettori del Reddito di cittadinanza. Tutto, ovviamente, in dubbio sino al varo ufficiale della legge di Bilancio.

Sarebbe confermata l'extramaggiorazione mensile dell'Assegno unico (da 100 a 200 euro in più a nucleo) per le famiglie numerose, dai quattro figli in su.

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